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Real sui minimi da 12 anni contro l’USD, offerta di GBP

Pubblicato 20.03.2015, 10:27

Gli operatori del forex continuano a consolidare la debolezza dell’USD sull’onda del FOMC. I rendimenti dei decennali USA sono tornati sulla media mobile a 50 giorni (1,9608%) dopo il declino della curva dei rendimenti nella parte finale rispetto ai livelli di venerdì scorso. Il calo dei rendimenti USA frena i tentativi al rialzo dell’USD/JPY, anche se la coppia ha chiuso/aperto sopra la linea di conversione di Ichimoku (120,67). Un’incursione sotto questo livello dovrebbe imbattersi nel supporto a 120,00/120,10 (esercizio delle opzioni/linea di base di Ichimoku) prima di dirigersi verso la copertura della nuvola giornaliera (118,43/71). Sul lato ascendente, sarà necessario un nuovo impulso per superare la resistenza a 122,03, sopra questo livello stazionano gli stop. I mercati delle opzioni sono favorevoli, ordini d’acquisto per opzioni vaniglia si susseguono da 121,15 a 122,00+. I verbali della BoJ, diffusi nella notte, non hanno generato sorprese. Nella riunione del direttivo di febbraio, i banchieri hanno espresso preoccupazioni sull’elevata volatilità dei mercati dei JGB e sulla tolleranza al rischio meno elevata. Dai verbali emergono visioni contrastanti sull’inflazione. L’EUR/JPY si aggira intorno al 61,8% di Fibonacci sul rally dal 2012 al 2014 (128,52). I livelli tecnici sono diventati neutrali, i mercati sono più a loro agio nell’andare lunghi sull’EUR/JPY perché la coppia si avvicina alla linea di conversione (129,39). I rischi persistenti legati all’EUR costituiscono ancora una barriera importante perché per la Grecia manca ormai pochissimo tempo prima della scadenza dei rimborsi. I leader dell’UE chiedono riforme/proposte più concrete e convincenti per raggiungere un accordo sul salvataggio.

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L’EUR/USD ha ceduto i guadagni ottenuti dopo il FOMC, muovendosi nella stretta fascia compresa fra 1,0650 e 1,0695 in Asia. Il sentiment intorno all’EUR rimane nettamente negativo. L’ampia fascia di contrattazioni va da 1,0458 a 1,0865 in attesa di chiarimenti sulla situazione in Grecia. Continuiamo a vendere sui tentativi al rialzo ed evitiamo posizionamenti lunghi sull’EUR. L’EUR/GBP converge verso la sua media mobile a 21 giorni (0,72279). Il mercato è inclinato positivamente per il breve termine, a 0,70/0,72 abbondano gli acquisti. La prossima resistenza chiave giace a 0,73935/0,74000 (38,2% di Fibonacci sulle vendite da dicembre 2014 a marzo 2015 / media mobile a 50 giorni).

La coppia GBP/USD ha aperto in fascia dopo le 48 ore di elevata volatilità che hanno seguito l’annuncio del FOMC. Non c’è propensione per la sterlina perché il nervosismo pre-elettorale frena il mercato. Secondo l’ultimo sondaggio di YouGov/Sun, il sostegno per i conservatori si aggira intorno al 35%, quello per i laburisti al 33%. Il Regno Unito pubblicherà i dati sulle finanze pubbliche di febbraio. Un aumento dei prestiti, e quindi un incremento del deficit di bilancio, sarebbe un buon motivo per nuove vendite di GBP, miranti a 1,45 (livello psicologico) e 1,4231 (minimo maggio 2010).

Prima del fine-settimana, il Canada pubblicherà le cifre sull’inflazione di febbraio. Anche se l’inflazione dovrebbe essere migliorata su base mensile, il trend disinflazionistico e i bassi livelli d’inflazione danno alla BoC la flessibilità per rimanere accomodanti, nonostante le persistenti pressioni a vendere CAD (grazie ai nuovi minimi dei prezzi del petrolio di questa settimana). In scia al FOMC, l’USD/CAD è sceso fino alla base ascendente di gennaio-marzo e alla media mobile a 50 giorni (1,2450), la correzione però è stata rapida. Un’eventuale delusione dal dato sull’inflazione di oggi (flessione dell’inflazione) dovrebbe dare un nuovo stimolo agli orsi del CAD e spianare la strada verso nuovi massimi (sopra 1,2835).

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Altrove, l’USD/BRL ha raggiunto i nuovi massimi da 12 anni (3,3058) in attesa dell’indice sull’inflazione IPCA-15 e delle proposte anti-corruzione che saranno presentate prima del fine-settimana. L’accelerazione su base mensile fino a metà marzo, pari all’1,25%, dei prezzi al consumo a livello nazionale è già messa in conto, attualmente è la politica a dominare il mercato del BRL. A nostro avviso, le proposte anti-corruzione non soddisferanno il mercato. Ci prepariamo a nuove proteste in piazza questo fine-settimana. Gli operatori saranno sicuramente restii a mantenere posizioni lunghe sul BRL nel weekend, quindi dovremmo assistere a ulteriore debolezza prima della chiusura di settimana.

A seguire il calendario economico odierno: IPP m/m e a/a di febbraio in Germania; retribuzioni (dato definitivo) quarto trimestre in Francia; bilancia partite correnti della BCE di gennaio; finanze pubbliche e prestiti netti settore pubblico di febbraio nel Regno Unito; bilancia partite correnti di gennaio in Italia; IPC m/m e a/a di febbraio e vendite al dettaglio m/m di gennaio in Canada.

Ipek Ozkardeskaya, Market Analyst,
Swissquote Europe Ltd

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