Per i titoli di Stato dell'Eurozona la situazione ad oggi resta poco attraente.
I Bund decennali tedeschi pagano un rendimento poco sopra lo 0.30%, questo a dispetto di un'inflazione che nel complesso ha rialzato la testa (seppur ancora distante dal target obiettivo della BCE).
Nel resto del mondo la situazione non è molto diversa (i titoli di Stato giapponesi addirittura offrono rendimenti pressochè nulli), anche qui a dispetto di fattori economici che segnalano comunque una ripresa economica.
Di conseguenza all'interno di questa assett class ci sono ancora due opzioni in portafoglio da poter considerare, ovvero i Treasury USA ed il debito emergente in valuta locale.
Su quest'ultima tipologia di obbligazioni infatti bisogna da un lato considerare che il calo dell'inflazione (trend inverso rispetto alla zona Euro) è in calo (vicino al 3%) e che potrebbe quindi portare ad un taglio dei tassi di interesse, mentre dall'altro lato il rischio di flussi in uscita va monitorato e seguito di pari passo con l'andamento del Dollaro, da sempre market mover degli emergenti e che ultimamente (come si può vedere dal Dollar Index) ha dato respiro deprezzandosi nei confronti delle valute principali.
Per la zona Euro, sia i corporate investment grade che il debito High Yield hanno raggiunto dei valori molto elevati, da qui l'attenzione alle politiche monetarie della BCE che si prepara (verosimilmente nel 2018) ad effettuare la riduzione graduale degli acquisti (Tapering) che potrebbe portare ad un calo delle quotazioni ed un repentino rialzo dei rendimenti, con perdite in conto capitale soprattutto su titoli a duration medio lunga.