Le borse tentano di ripartire dopo il consolidamento della seconda metà di settembre.
Il rialzo (ri)partito da giugno ha conosciuto un valido catalizzatore: le sorprese macroeconomiche che hanno caratterizzato il globo.
Il deterioramento delle aspettative degli economisti infatti era talmente estremo che dalla fine della primavera in avanti qualsiasi dato è risultato sistematicamente migliore delle attese, “costringendo” gli investitori a ricalibrare il loro orientamento sul mercato, eccessivamente negativo.
Per fortuna disponiamo di un indicatore che misura su base settimanale lo scostamento fra dati attesi e dati realmente conseguiti: un indicatore che evidentemente vanta un’eccellente correlazione con la performance di mercato, e che segnalerà una situazione di pericolo solo una volta raggiunti estremi tipici, che al momento risultano lontani.
Facile anche stabilire chi abbia trainato questo rialzo: gli hedge fund.
Mentre infatti il pubblico dei piccoli investitori è rimasto a guardare, a giudicare dai persistenti deflussi dai fondi di investimento, i gestori di fondi hedge stanno cercando di recuperare il tempo perso.
E mentre sui future azionari hanno raggiunto un saldo netto senza precedenti, con quasi 30 miliardi di dollari di esposizione netta, sul mercato azionario hanno ormai azzerato lo short, e mostrano ora un simbolico saldo netto long; che è cosa ben diversa da una oggettiva sovraesposizione.
Questi catalizzatori sono una manna per gli investitori che hanno scorto con anticipo i segnali di una inversione di tendenza ora evidente a tutti. Il fieno messo in cascina si rivelerà utile per i tempi meno generosi.