All’ultima riunione dell’anno, la RBA dovrebbe mantenere il suo tasso di riferimento all’1,5%.
Anche se probabilmente non interverrà, il corso della politica della RBA ha assistito di recente a deboli dati sul mercato immobiliare e sulle vendite al dettaglio, oltre a una crescita deludente delle retribuzioni, tutti fattori che rappresentano netti rischi al ribasso per l’economia (e le prospettive della RBA).
I dati sull’attività sono migliorati, ma si teme che il rallentamento dei salari allontani comunicati in cui si accenna a un restringimento della politica monetaria.
Alla luce della debolezza, dalla RBA dovrebbero arrivare toni da colomba. I mercati non si aspettano un rialzo del tasso fino al 2019, quindi toni accomodanti avranno un effetto limitato sull’AUD.
La riunione della Banca del Canada (BoC) potrebbe riservare una sorpresa. Di recente, la BoC ha sorpreso i mercati, sia con tagli sia con rialzi.
In vista di dicembre, la probabilità di un rialzo era solo del 10%, ma sulla scia di dati economici più forti, tale probabilità è salita al 20%.
Nel rapporto sulla stabilità finanziaria della BoC, la banca ha individuato come rischi primari il tasso di cambio elevato e la leva eccessiva delle famiglie.
Un graduale aumento del tasso d’interesse contribuirebbe a ridurre questi rischi.
Il calo del CAD dopo il restringimento della politica di settembre non attiverà verosimilmente campanelli d’allarme alla BoC.
Crediamo che il mercato stia sottovalutando il rischio di un inatteso rialzo del tasso.
Detto questo, rimaniamo ribassisti sulle valute legate alle materie prime e segnaliamo che la riunione dell’OPEC di giovedì non è riuscita a sfondare livelli tecnici di resistenza chiave.