I mercati forex hanno iniziato la settimana senza una direzione precisa e con scarsa motivazione a sceglierne una.
L’EUR/USD ha già stornato i guadagni di venerdì.
La debolezza del dato primario sulle buste paga di venerdì (164 mila unità a fronte delle 190 mila previste), con la disoccupazione scesa al 3,9%, ha incoraggiato i trader dell’azionario, ma non ha entusiasmato i tori dell’USD.
La debole crescita delle retribuzioni ha fatto scendere il rischio di rialzi del tasso più rapidi alla Fed.
La generale propensione al rischio ha esercitato pressioni sui titoli di Stato USA a scadenza breve, cosa che ha sostenuto il settore tecnologico e quello finanziario.
Le materie prime si sono lasciate contagiare dall’ottimismo, facendo salire i prezzi del petrolio (WTI massimo $70,69) e le valute legate alle materie prime.
Nel complesso, i mercati attendono una nuova direzione e sono pronti ad aspettare per ottenere un orientamento dai fondamentali.
La BoE e la RBNZ dovrebbero mantenere i tassi invariati, mentre BoJ e Riksbank pubblicheranno i verbali delle loro riunioni di politica monetaria.
Forse i dati più importanti saranno le cifre sull’inflazione da USA e Svizzera.
Rimaniamo nelle retrovie rispetto all’attuale rally dell’USD, perché le ragioni di questo movimento non sono chiare.
Sono diminuiti i corti in USD, eccessivi, mentre la correlazione con i tassi d’interesse non è in linea con la determinazione dei prezzi.
Nello spazio G10, infatti, ora la variazione delle politiche monetarie determina solo l’andamento della GBP.
C’è il rischio, e lo condividiamo, che la rottura della fascia a 3 mesi dell’USD generi una correzione più marcata.
Tuttavia, vista la mancanza di catalizzatori comprensibili, preferiamo aspettare, soprattutto alla luce delle scadenze imminenti per l’accordo sul nucleare iraniano e l’avvertimento infausto dell’avvocato del presidente USA Donald Trump, Rudy Giuliani, secondo cui, oltre a quelli per la pornostar Stormy Daniels, ci potrebbero essere stati pagamenti per zittire altre donne.
Al momento i mercati ignorano il caos politico negli USA, ma, man mano che ci avviciniamo alle elezioni di metà mandato, maggiore diventerà il rischio.
Per quanto concerne la settimana in corso, giocate la fascia, una violazione è poco probabile.
E ovviamente seguite con attenzione la Turchia, dove sta aumentando l’instabilità politica.