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Settimana di fuoco su vari fronti, in primis sterlina sotto tiro della Brexit

Pubblicato 11.03.2019, 11:32
Aggiornato 09.07.2023, 12:32
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Mentre i mercati provano a stabilizzarsi dopo i dati USA del venerdì piuttosto contrastati, in questo inizio settimana sembra trasparire una voglia di ripresa (dopo una settimana, la scorsa, caratterizzata da avversione al rischio evidente). Tra gli appuntamenti più importanti della settimana segnaliamo sicuramente la Brexit, che tra martedì e giovedì potrebbe dirci – finalmente – se si andrà verso un’uscita organizzata, oppure verso un “no-deal” o ancora verso un’estensione dell’articolo 50.

Diciamo che non si potrà parlare di scelta “definitiva” visti i precedenti, diciamo pure che l’incertezza non terminerà di sicuro fin tanto che il Regno Unito non lascerà l’Unione Europea. L’incertezza, dettata anche dal nulla di fatto del weekend e da varie dichiarazioni di “minaccia” da parte di svariati parlamentari britannici verso le decisioni della Premier Theresa May, non fanno altro che indebolire la sterlina. Ciononostante qualora si paventasse l’uscita “soft” l’unico movimento possibile sarebbe quello di un apprezzamento della valuta Britannica.

Facciamo un passo indietro, torniamo alla chiusura della scorsa settimana. Wall Street terminava l’ottava in territorio negative con l’S&P 500 -0,2% a 2743 punti, mentre i futures statunitensi facevano segnare timidi guadagni durante la sessione asiatica. Mercati asiatici che hanno dato segnali di ripresa con il Nikkei +0,5% e lo Shanghai Composite +2,0%. Anche i mercati europei sembravano in ripresa coi futures per poi ripiegare rapidamente dopo l’apertura del cash. Nel forex, eccezion fatta per la sterlina, arriva qualche segnale di correzione da parte del dollaro ma per il momento nulla di convincente. Sul fronte materie prime il rimbalzo dell'oro di venerdì sta nuovamente perdendo smalto in vista dell’area di resistenza di 1.300 dollari, mentre il petrolio greggio incrementa il mezzo punto percentuale di gain dopo che l’OPEC ha dichiarato di voler tagliare ulteriormente la produzione.

Per quanto riguarda il calendario economico è un inizio settimana sostanzialmente tranquillo in sessione europea mattutina, mentre all’ora di pranzo – complice il cambio ora degli USA – le vendite al dettaglio delle 13:30 potrebbero muovere i mercati. Su base core dovrebbero salire di +0,3% su base mensile (gennaio) rispetto a un calo dell'1,8% registrato a dicembre.

Altro evento non trascurabile il bilancio USA che verrà presentato oggi e che prevede una richiesta di 8,2 miliardi di dollari per il finanziamento del muro col Messico oltre a un incremento di spesa per la difesa. Qualora la camera non approvasse Trump potrebbe ricorrere – come minacciato – alla dichiarazione di emergenza nazionale così da ottenere i fondi richiesti.

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