Brent sui massimi dal 2014
Anche oggi l’indice Stoxx europeo dei titoli energetici è il migliore (+1,5%, 361 punti) all’interno dell’indice Eurostoxx globale.
Si allarga ulteriormente il distacco nei confronti degli altri indici settoriali in termini di performance da inizio anno: +18% contro -1,1% dell’indice Eurostoxx globale.
Tra le azioni più brillanti spiccano i colossi del comparto: Neste Oil (LON:0O46) +38% da inizio 2018, Saipem (MI:SPMI) +35%, Total SA (MI:TOT) +20%, Eni (MI:ENI) +19%, Repsol (MC:REP) +17%, BP +11%.
Gli acquisti massicci si spiegano con il rally in corso del petrolio. Il Brent si è spinto stamattina fino a 82,20 usd, massimo dal novembre 2014. Il Future Petrolio Greggio WTI è a un passo dai massimi dell’anno.
A spingere gli acquisti sono una serie di novità.
1) L’Opec, riunitosi nel week end in Algeria, ha fornito una risposta tiepidissima alla richiesta di Donald Trump di aumentare la produzione in modo da spingere all’ingiù i prezzi.
2) Le incombenti sanzioni statunitensi contro l’Iran potrebbero ridurre l’offerta. Peraltro, Washington sta facendo pressioni sui governi e le aziende di tutto il mondo per allinearsi e tagliare gli acquisti da Teheran.
3) Tra martedì e mercoledì usciranno i dati relativi allo stock di scorte Usa, scese nelle ultime due settimane sotto i 400 milioni di barili per la prima volta dal febbraio 2015.
Bank of America si è rapidamente adeguata al nuovo scenario alzando il prezzo obiettivo per il 2019 del Brent da 75 a 80 dollari il barile.
Graficamente, su un orizzonte di lunghissimo periodo la tendenza del comparto petrolifero europeo risulta vincolata da un ampio range laterale compreso tra 240 e 380/400 punti (se si considera come un picco anomalo lo spunto fino a 450 punti registrato prima dello scoppio della bolla subprime).
Su un orizzonte temporale più contenuto, si individua a partire da inizio 2016 la costruzione di un canale crescente (in rosso nell’immagine).
La recente rottura convinta del primo importante ostacolo, in area 330 punti, ha attivato un importante segnale di forza che permette di puntare ai top del 2014 in area 380/400, posizionato sulla parte alta del canale.
Verso il basso le soglie critiche sono posizionate in primo luogo a 300 punti e successivamente a 278 punti, area dei minimi 2017.
Operatività. Accompagnare l’uptrend con acquisti in tendenza per target finale 380/400 punti.
Riteniamo eventuali correzioni verso la parte bassa della trendline ascendente evidenziata in rosso (ovvero fino a 330/300 punti) una occasione interessante per accumulare sistematicamente azioni del settore energetico in ottica di medio periodo, stante la nostra visione positiva sulle prospettive del petrolio.
Allerta ed eventuale stop loss in caso di discesa sotto 300 punti.
Per investire sul settore Energy europeo, giocandosi una chance sul recupero strutturale del comparto, c’è il seguente strumento quotato a Piazza Affari:
ETF Spdr MSCI Europe Energy UCITS (EUR)
Isin: IE00BKWQ0F09
[STNX.MI]
Guadagna il 17% da inizio 2018
Lo strumento, che gode del punteggio più alto espresso dagli specialisti di Morningstar (5 stelle), punta a replicare la performance dell’indice MSCI Europe Energy cha a sua volta investe nelle principali azioni del settore energetico europeo. I dividendi delle singole società non vengono distribuiti ma reinvestiti nel fondo (accumulazione). L’indice di spesa complessiva è pari allo 0,30% annuo.
I top 10, che spiegano quasi il 95% dell’indice MSCI Europe Energy, sono evidenziati nella tabella. Total, Royal Dutch Shell [RDSa.AS] e BP sono sul podio in termini di peso percentuale. Due di essi, Eni [ENI.MI] e Snam (MI:SRG) [SRG.MI] sono quotati a Piazza Affari.
Il P/E medio del comparto è intorno a 12x. Rapporto Price/Book Value medio 1,5x.
L’ETF è presente nel Portafoglio ETF Raccomandato di Websim.
Nella logica della diversificazione geografica, ma non settoriale, si può anche concentrare l’investimento sul settore energetico statunitense tramite il seguente strumento, sempre quotato a Piazza Affari.
SPDR S&P US Energy Select Sector
Isin IE00BWBXM492
[SXLE.MI]
Guadagna il 9,7% da inizio 2018
Lo strumento punta a replicare la performance dell’indice S&P Energy Select Sector che raggruppa le società energetiche statunitensi di grandi dimensioni appartenenti all’indice S&P500.
I top 5, che spiegano oltre il 55% dell’indice benchmark sono evidenziati nella tabella. Il titolo più “pesante” è Exxon Mobil (NYSE:XOM) [XOM.N], seguito da Chevron [CVX.N] e Schlumberger [SLB.N].
Il P/E medio del comparto è intorno a 19x. Rapporto Price/Book Value medio 2x.
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