Rassegna giornaliera sul mercato forex, 25.02.20
Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management.
Le vendite spinte dal panico hanno continuato a pesare sui mercati finanziari questo martedì. Il Dow Jones Industrial Average ha perso altri 800 punti, vale a dire circa il 3%. La Germania ha confermato un altro caso di coronavirus, una persona che si era recata a Milano, e anche la Svizzera riporta un contagio dall’Italia. Le frontiere aperte dell’Europa stanno diventando un serio problema per il contenimento del virus e secondo il centro di controllo statunitense della malattia, una pandemia è inevitabile. L’autorità ha previsto una diffusione del virus negli USA ed ha reso noto che potrebbero volerci da 12 a 18 mesi prima di riuscire a sviluppare un vaccino, sebbene gli esperimenti sugli umani potrebbero partire già tra 6 settimane. I mercati stanno vendendo perché gli investitori hanno capito che più si diffonderà il virus, più tempo ci vorrà prima che l’attività economica ritorni alla normalità. Lo stiamo dicendo da un po’, i mercati stanno rispondendo ora.
A meno che i governi decidano di avviare uno stimolo fiscale o monetario (non ancora necessario al momento), è probabile una maggiore debolezza. Il cambio USD/JPY ha preso il colpo più duro dall’avversione al rischio, ma potrebbe non trovare alcun supporto fino a 108. Il livello di 110 è in attesa per ora, ma tra il calo del rendimento dei titoli del tesoro e delle azioni USA, sarà solo una questione di tempo prima che lo superi decisamente. La pressione alla vendita su questo cambio è aumentata oggi dopo i dati più deboli del previsto sulla fiducia dei consumatori. Considerando che nell’intervallo misurato dal report il comparto azionario ha registrato nuovi record, quando verrà rilasciato il prossimo report si prevede un calo ancora più deciso. Il trend di indebolimento globale dei dati è uno dei motivi per cui stiamo assistendo a questo selloff, finché una notizia o una forza esterna (banche centrali) non lo fermeranno.
L’attuale ripresa dell’euro è destinata ad arrestarsi bruscamente. La moneta unica è salita per il terzo giorno consecutivo sulla scia della debolezza del dollaro USA, ma l’Europa è il nuovo focolaio del virus e purtroppo prevediamo che sia il numero dei casi che i livelli dell’ansia saliranno nell’intera area. Questo peserà sull’attività economica e sulla Banca Centrale Europea. Il cambio EUR/USD potrebbe toccare la media mobile su 20 giorni di 1,0917, ma prevediamo che i guadagni si trasformeranno in perdite.
Le valute legate alle materie prime non hanno registrato nuovi minimi, tuttavia, il dollaro australiano e quello neozelandese restano vulnerabili ad un ulteriore indebolimento. Finora i dati non hanno mostrato l’impatto del virus, ma non ci vorrà molto prima che i dati di febbraio vengano pubblicati. Con l’attività economica in Cina ancora ferma, prevediamo che la Reserve Bank of Australia deciderà di abbassare i tassi nei prossimi mesi. Inoltre, potrebbe essere difficile per il dollaro canadese aumentare i guadagni con i prezzi del petrolio che scendono ai minimi. I dati della Nuova Zelanda attesi per domani potrebbero dare un po’ di sollievo alla valuta, in quanto l’attività manifatturiera e quella dei servizi è migliorata a gennaio.