È improbabile che questa settimana la BCE aggiunga nuovi stimoli (politica invariata), ma la conferenza stampa dovrebbe indicare che è probabile un ulteriore allentamento.
I dati economici europei sono più solidi, ma crescono le pressioni e i rischi legati alla disinflazione.
Poiché il QE non ha generato un’inflazione evidente, e solo una notevole espansione del bilancio, crediamo che Draghi sarà prudente nel promettere un nuovo allentamento.
I dati flash sui PMI europei in uscita questa settimana dovrebbero sostenere un’ulteriore stabilizzazione dell’Europa. Tuttavia, prevediamo un riverbero ridotto su un euro più debole.
I dati USA non sosterranno un rialzo del tasso della Fed a marzo e quindi non favoriranno le operazioni basate sulla divergenza fra le politiche delle banche centrali. I dati sull’IPC USA di questa settimana dovrebbero mostrare un indebolimento perché l’effetto di base in attenuazione eserciterà pressione sull’inflazione primaria.
Pur rimanendo ribassisti sull’EUR, questa settimana l’EUR/USD dovrebbe consolidarsi intorno a 1,08. Detto questo, a guidare i prezzi sul forex è stato il sentiment più diffuso sul mercato. Se i prezzi del petrolio scendessero ulteriormente sulla scia della revoca delle sanzioni contro l’Iran (tuttavia, subito dopo la rimozione delle sanzioni, la Casa Bianca ha annunciato nuove sanzioni per l’Iran), potremmo assistere a un rafforzamento dell’USD.