Si stabilizzano i mercati azionari, la Cina fornisce aiuti

Pubblicato 09.07.2015, 11:12
Aggiornato 07.03.2022, 11:10

Market Brief

In Cina, gli indici azionari sono rimbalzati in territorio positivo, con il Composite di Shanghai a +6,35% e il Composite di Shenzhen al +3,76%. Tuttavia, ciò potrebbe essere dovuto alle ragioni sbagliate. Da un lato, sempre più società sospendono le loro azioni dalle contrattazioni (quasi la metà del mercato), dall’altro, la Commissione cinese per la regolamentazione dei valori mobili ha vietato ai dirigenti e ai principali azionisti di vendere le loro azioni. Inoltre, la PBoC sta fornendo liquidità alla CSFC, che utilizza quel denaro per sostenere i prezzi delle azioni. Non crediamo, quindi, che la forza passeggera della borsa cinese sia salutare, perché gli investitori “normali” vogliono ancora fuggire dall’azionario cinese. Questa situazione ha, però, il vantaggio di mostrare che, nonostante tutti gli sforzi della Cina verso un mercato libero e un’economia più “capitalista”, è difficile liberarsi delle cattive abitudini. In Giappone, il Nikkei guadagna un esiguo 0,60%, nonostante il dato positivo di maggio riferito agli ordinativi di macchinari. L’indice è salito del 19,3% a/a a fronte del 16,7% previsto, o dello 0,6% m/m a fronte del -4,9% previsto. L’USD/JPY è tornato a 121,38 e si sta avvicinando alla resistenza a 121,55 costituita dal 61,8% del livello di Fibonacci sul rally di maggio-giugno. Altrove in Asia, il Kospi sudcoreano ha guadagnato lo 0,58% mentre le azioni australiane sono rimaste piatte, nonostante i numeri positivi dal mercato del lavoro. A giugno, il tasso di disoccupazione si è attestato al 6%, mentre gli analisti avevano previsto un rilevamento pari al 6,1%; anche il dato precedente è stato rivisto al ribasso, dal 6% al 5,9%. L’AUD/USD ha trovato un forte supporto intorno al livello psicologico a 0,74 e riteniamo che l’AUD si fermerà per riprendere fiato e consolidare il recente apprezzamento dell’USD. Non si possono peraltro escludere neanche movimenti al rialzo. In Europa, stamattina i futures sui listini azionari resistono, nonostante l’assenza di sviluppi positivi dalla Grecia. Il Dax guadagna lo 0,56%, il Cac 40 lo 0,63% e l’SMI lo 0,10%. Le banche greche rimarranno chiuse fino a lunedì, ieri il governo ha presentato una richiesta ufficiale per un nuovo piano di salvataggio triennale. Alexis Tsipras ha però avvertito che l’accordo non dovrà aumentare gli oneri sull’economia greca. A nostro avviso, non ci saranno novità di rilievo fino a domenica. Durante la seduta asiatica, l’EUR/USD è risalito sopra il livello chiave a 1,1067, trasformandolo in un supporto, perché sembra che le tensioni fra la Grecia e i suoi creditori si stiano in qualche modo allentando. Nelle prossime ore la Banca d’Inghilterra (BoE) renderà nota la sua decisione sul tasso. Prevediamo che la riunione sarà un non-evento, perché con tutta probabilità la banca centrale manterrà inalterato il suo tasso ufficiale allo 0,50%. Durante la pre-seduta, i futures sul Footsie sono in lieve aumento, pari allo 0,31%. La coppia GBP/USD continua a calare sull’onda delle apprensioni per la Grecia. Il cable ieri ha fatto segnare il minimo da un mese per poi stabilizzarsi intorno a 1,5380. Ieri sera, il dollaro USA è sceso lievemente dopo la pubblicazione dei verbali dell’ultima riunione del FOMC della Fed. I verbali non hanno fornito novità, a parte il fatto che i membri della Fed hanno affrontato la questione della crescita in Cina e la crisi greca. L’indice del dollaro cede lo 0,11% e si attesta a 96,16. Oggi gli operatori monitoreranno anche la produzione manifatturiera in Sudafrica; i nuovi cantieri residenziali in Canada; l’indice sulla fiducia dei consumatori di Bloomberg e le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione negli USA.

Arnaud Masset, Market Strategist,
Swissquote Europe Ltd

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