, che sono i più alti da oltre 20 anni, è stata presa all’unanimità dalla Federal Reserve.
Nonostante tale decisione, per Powell i prezzi sono sempre alti e la Fed non crede di aver ancora sconfitto l'inflazione: ne consegue che il costo del denaro potrebbe essere aumentato almeno un'altra volta nel corso del 2023.
Da marzo 2022 la Banca Centrale americana ha deciso di non modificare i tassi di interesse solo due volte; negli altri undici incontri il FOMC aveva sempre aumentato il costo del denaro nel tentativo di ridurre la pressione sui prezzi. Ciò detto, anche se la pausa è avvenuta in linea con le aspettative del mercato, le nuove stime sull'andamento dei tassi hanno invece creato destabilizzazione.
Al momento, la maggioranza dei governatori “stima” che i tassi aumenteranno di altri 25 pb prima della fine dell'anno, mentre solo sette ritengono che il ciclo degli aumenti sia terminato. Analogamente per il 2024 sono previste meno riduzioni dei tassi.
L’istituto guidato da J. Powell continuerà a utilizzare i dati macroeconomici per orientare le sue decisioni, valutando periodicamente l’impatto sull’economia reale delle decisioni prese e applicate dal Board.
Infine La Fed ha alzato la proiezione di crescita per gli Stati Uniti nel 2023 dall’1% al 2,1%. Sebbene il mercato del lavoro abbia subìto un brusco rallentamento di recente, è ancora forte e il tasso di disoccupazione è basso, nonostante sia in aumento rispetto alla lettura precedente. Il sistema bancario è stabile e solido, ma i requisiti di credito più severi per privati e aziende avranno un impatto sull’economia ed effetti da valutare passo dopo passo. Si continua a navigare a vista, con dati sempre un po’ ritardati!
Il nervosismo dei mercati azionari, oltra alla questione tassi, è da attribuire anche al nuovo, imminente ma poco probabile shutdown del governo americano in mancanza di un accordo sul tetto del debito e alle tensioni nell’industria, con lo sciopero sindacale UAW negli stabilimenti GM e Stellantis (BIT:STLAM).
Nello sfondo resta sempre infine la crisi di Evergrande (HK:3333), prima società immobiliare cinese con un debito di circa 300 miliardi di dollari, che ha annunciato la scorsa settimana di non essere in grado di emettere nuove obbligazioni per via di un'indagine su una delle sue società controllate. Maxi default in vista?
SP500 DOVE VAI?
Lo SP500, si avvicina alla media mobile 200 giorni. Tale indicatore con a sostegno il rialzo del VIX e la rottura a ribasso del pennone visto nella precedente analisi, invita sempre più gli investitori alla massima cautela per le proprie decisioni di investimento. La liquidità resta il bene più prezioso per correggere il tiro se si è in possesso di strumenti adatti alla mediazione, fermo restando che il comparto maggiormente depresso e forse al momento con prezzi “meno rischiosi”, è quello obbligazionario.
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