Parola d’ordine “cautela”: è quanto si legge tra le righe nelle dichiarazioni di Powell con riferimento alla dinamica dei prezzi che nonostante alcuni recenti segnali incoraggianti, non genera totale fiducia circa la convergenza verso l’obiettivo dichiarato del 2% nel medio termine.
I passi in avanti fatti nell’ultimo bimestre rendono difficile l’evenienza di un nuovo rialzo dei tassi a breve, ma l’inflazione resta troppo elevata e di conseguenza il lavoro delle Banche Centrali non si può dire terminato.
All’Economic Club di New York, Powell ha tra l’altro dichiarato che vista la mancanza di un rallentamento nel mercato del lavoro, si potrebbe giustificare un futuro ulteriore inasprimento delle condizioni finanziarie rispetto ai livelli attuali.
Indicazioni circa un eventuale taglio dei tassi arrivano da Raphael Bostic, il presidente della Fed di Atlanta, che ha dichiarato che un primo taglio potrebbe arrivare verso la fine del 2024.
Sempre a livello Macro, la scorsa settimana il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha pubblicato il World Economic Outlook di autunno, fornendo le nuove previsioni su crescita e inflazione per l'economia mondiale. Sono state riviste al rialzo le previsioni sull'inflazione globale per il 2024, portandola al 5.8% rispetto al 5.2% stimato nel trimestre precedente, prevedendo che, nella maggior parte dei paesi, l'indice dei prezzi al consumo rimarrà al di sopra degli obiettivi delle Banche Centrali fino al 2025.
Parallelamente, il FMI continua ad anticipare un rallentamento della crescita globale, che passerà dal 3.5% nel 2022 al 3.0% nel 2023 e al 2.9% nel 2024; restando altresì al di sotto della media storica (2000-2019) che è stata pari al 3.8%. Con riferimento in dettaglio alle economie avanzate, il FMI si aspetta una frenata dal 2.6% del 2022 al 1.5% dell’anno in corso fino all'1.4% per il 2024, considerato un momentum economico negli USA più robusto del previsto e la crescita più debole di quanto precedentemente atteso nell’Area Euro e in Cina.
CHE DIREZIONE PER LO SP500?
La violazione a ribasso della media mobile a 200 giorni sul future porta necessariamente ad una maggiore cautela per gli investitori posizionati long: il supporto in area 4190, se dovesse anch’esso essere violato, spingerebbe verso un’accelerazione ribassista del derivato.
Buon Investing!