Spazio per un rally dell’EUR/USD

Pubblicato 07.12.2016, 13:12

Senza un catalizzatore, l’USD sta facendo fatica ad apprezzarsi.

I rendimenti dei titoli di Stato USA a scadenza breve si muovono lateralmente, perché si sconta già gran parte del restringimento della Fed per il 2017.

Nei prossimi due mesi (prima del 20 gennaio), l’USD si muoverà all’interno di una fascia, con un’inclinazione alla debolezza.

Inoltre, assistiamo a un calo generalizzato della volatilità, ciò significa che continua a essere interessante operare sulle valute ad alto rendimento e beta dei mercati emergenti contro l’USD.

Oggi saranno diffusi i dati sulla produzione industriale in Europa e in Germania; il forte dato di ieri sugli ordini lascia presagire un rischio al rialzo rispetto al previsto +0,6% m/m.

Questo è un altro segnale che, esclusi i rischi politici, in Europa continua la ripresa economica.

Ciò aumenta la probabilità che, alla riunione della BCE, Draghi inizierà a discutere di una politica senza QE.

Qualsiasi segnale di un’inclinazione della BCE verso la normalizzazione darà una spinta all’EUR.

Le apparenze contano, comprare CNY?

Il dato di oggi sulle riserve valutarie cinesi dovrebbe mostrare deflussi per circa 40-60 mld di USD, mentre crescono le attese di un rafforzamento dell’USD e si surriscaldano i toni fra Trump e la Cina.

Tuttavia, nonostante la flessione, il prezzo fix dell’USD/CNY è calato, suggerendo che c’è stato un intervento della PBoC.

Sospettiamo che la banca centrale cinese sia intervenuta per frenare i deflussi, attraverso micro-aggiustamenti, fra cui l’aumento dei tassi debitori offshore.

In vista dell’insediamento del presidente USA e del fatto che probabilmente Trump definirà la Cina manipolatrice di valuta, prevediamo che la PBoC manterrà stabile l’USD/CNY o potremmo addirittura assistere a un leggero deprezzamento che conferirebbe una parvenza di correttezza.

Rialzo della GBP

La complessità della Brexit rimane un ostacolo per il Regno Unito e continuerà a generare ondate improvvise di volatilità.

Per quanto silenziosamente, sullo sfondo il Regno Unito rimane forte.

Non si sono concretizzate le aspettative di una contrazione della spesa dei consumatori dovuta al calo del potere d’acquisto della GBP, e nemmeno gli altri pronostici più infausti.

Compreremmo GBP sui cali dovuti agli sviluppi interni e sulla scia delle crescenti attese di una Brexit “morbida”, “con un piede dentro e uno fuori”.

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