Il differenziale esistente tra i tassi dei decennali italiani e quelli tedeschi, il famigerato "spread", considerato da tutti i mezzi di informazione il termometro di piu' immediata lettura della crisi dell'eurozona (lo stesso strumento esiste ovviamente anche per i titoli spagnoli ed insieme a quello italiano viene tenuto sotto costante controllo per cercare di anticipare i momenti di maggiore tensione sui mercati, sia quello azionario sia quello dei cambi), ha intrapreso una fase discendente a partire da fine marzo che lo ha portato da area 350 punti base agli odierni 275 circa.
La discesa dello spread e' opera principalmente del rialzo dei prezzi dei Btp domestici, quotazioni e rendimenti sono infatti inversamente correlati, quando il grafico dei prezzi sale è perche' i rendimenti scendono e viceversa.
Da un punto di vista di analisi grafica e' forse piu' corretto studiare l'andamento della forza relativa che lega Btp e Bund piuttosto che lo spread: la prima e' calcolata come rapporto tra le due serie storiche (per comodita' in questo caso vengono utilizzate quelle dei future sui due strumenti), il secondo come differenza dei rendimenti. Tenendo presente quanto detto prima del rapporto tra prezzi e rendimenti, ne consegue che l'andamento della forza relativa tra Btp e Bund (o meglio la forza relativa rappresentata su scala invertita per essere piu' facilmente paragonabile alla differenza dei rendimenti) e l'andamento dello spread sono equivalenti e quindi le considerazioni grafiche che si possono fare sull'uno valgono anche per l'altro.
Ebbene la forza relativa Btp Bund rappresentata su scala invertita segue dal novembre 2011 un canale ribassista (spread decrescente) con la curva che si colloca attualmente nella parte inferiore del canale.
Il grafico di forza relativa ha a disposizione ancora un 3,65% circa di spazio di movimento prima di incontrare il supporto, tradotto in termini di spread vorrebbe dire che esistono spazi di discesa fino a 260/265 punti base. Il canale rialzista che contiene l'andamento del Btp future dal novembre 2011 fornisce una resistenza a 119,35 circa per i prezzi dello stesso.
Difficile ipotizzare ulteriori cali in questa fase se non dopo un rimbalzo. O meglio, la violazione del supporto dei 260/65 punti non e' certo impossibile, ma comporterebbe un mutamento strutturale rispetto all'andamento evidenziato nell'ultimo biennio, con il target dello spread che si sposterebbe a 205/210 punti base circa (obiettivo calcolato in base all'ampiezza del canale seguito negli ultimi due anni, misura poi utilizzata come guida per il potenziale di movimento futura).
Lo spread a 200 punti significherebbe probabilmente il Btp future a 137 euro, un prezzo distante dagli attuali anche se certo non irraggiungibile (lo scorso luglio il Btp quotava 90 euro contro i 116 circa attuali, quindi movimenti di 25/30 euro in pochi mesi sono plausibili).
Sperare nella nascita del governo Letta, che appare gia' difficile nella sua fase embrionale, e' probabilmente molto azzardato, anche se i mercati potrebbero fare un atto di fiducia e decidere di continuare a cavalcare questa onda.
La discesa al di sotto dei 260 punti di spread fornirebbe quindi un notevole segnale di distensione benefico per la borsa domestica (ma con buona probabilita' anche per l'euro) mentre la mancata rottura del supporto a 260 punti base e ritorni al di sopra di area 300/305 farebbero temere l'avvio di una nuova fase decrescente della forza relativa e crescente dello spread (con target a 360 almeno), con effetti deleteri sulla borsa domestica.