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Crollo di azioni, euro e valute legate al rischio

Pubblicato 12.06.2020, 09:18
Aggiornato 09.07.2023, 12:31
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Rassegna giornaliera sul mercato forex, 11 giugno 2020

Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management.

Le azioni USA sono crollate per tre giorni consecutivi e oggi hanno segnato il maggiore calo.  Il Dow Jones Industrial Average è crollato del 6,9%, o di 1.800 punti, il maggiore calo giornaliero degli ultimi tre mesi. Le valute sono crollate e anche il prezzo del petrolio ha segnato il maggiore calo degli ultimi due mesi. Il dollaro USA è salito sulla scia della richiesta di beni rifugio. Il maggiore calo è stato registrato dal dollaro australiano, seguito a ruota da dollaro canadese e neozelandese. Anche la sterlina è scesa bruscamente e l’euro è stato la valuta più resiliente, anche se è crollato alla fine della giornata. Non è stato solo uno ma sono stati tanti i fattori che hanno determinato il crollo delle azioni. La mancanza di un ulteriore stimolo da parte della Fed, il tono cautamente ottimista del Presidente Jerome Powell, le prese di profitto e i timori di una seconda ondata di contagi dopo i nuovi picchi in Texas, Arizona e California hanno tutti contribuito al calo.

La paura di una seconda ondata di contagi è reale. I casi di COVID stanno aumentando in 21 stati, e in 14 di essi si registrano nuovi massimi. La Florida ha riportato il maggiore aumento giornaliero dall’inizio della pandemia. Lo stesso vale per il Texas, che ha riportato più di 2.500 nuovi casi, e l’Arizona, dove i casi sono aumentati del 49% dal 26 maggio al 9 giugno. E tutto ciò a distanza di 14 giorni (il periodo di incubazione del COVID-19) dal Memorial Day. Chiunque sia convinto che gli USA abbiano vinto la battaglia contro il coronavirus si sbaglia; negli stati in cui la curva si sta appiattendo (come lo stato di New York) resta da vedere se le proteste hanno invertito la tendenza. Powell ha dichiarato che se si verificherà una nuova ondata, l’economia locale potrebbe essere colpita e per questa ragione non si può ancora sapere se il mercato del lavoro abbia toccata il minimo oppure no.

Gli investitori hanno cercato rifugio nel dollaro e questo ha fatto salire il biglietto verde contro tutte le principali valute, ad eccezione delle altre valute rifugio come yen e franco svizzero. Il sell-off del cambio USD/JPY e della coppia USD/CHF va di pari passo con il crollo delle azioni e dei titoli del Tesoro. Le richieste di sussidio di disoccupazione e l’indice dei prezzi alla produzione hanno avuto un impatto sul biglietto verde. L’IPP è salito più del previsto a maggio, ma escludendo la ripresa dei prezzi degli energetici e degli alimentari, l’IPP è in calo per il secondo mese consecutivo. Le richieste di sussidio di disoccupazione sono scese leggermente, con 1,5 milioni si nuove richieste, contro il dato della scorsa settimana di 1,89 milioni e dopo il massimo storico di 6,89 milioni alla fine di marzo. Il dato sulla fiducia dei consumatori dell’Università del Michigan sarà rilasciato domani e ci aspettiamo un miglioramento del sentimento.

A differenza delle altre valute che oggi hanno registrato dei bruschi crolli, l’euro ha segnato delle perdite più moderate. È difficile individuare il catalizzatore dell’euro. Potrebbero essere le riaperture, l’alleggerimento delle restrizioni sugli spostamenti o l’assenza  di nuovi picchi di contagi  in Europa in seguito al graduale allentamento delle misure. Per domani si attende il dato sulla produzione industriale della zona euro e si prevede un calo più forte. Continuiamo ad attenderci una correzione del cambio EUR/USD, specialmente se le azioni continueranno a scendere.

Il dollaro australiano e il dollaro neozelandese sono stati quelli maggiormente colpiti dall’avversione al rischio. A differenza degli USA, in entrambi i paesi i contagi si sono praticamente fermati. In Australia sono stati riportati solo nove casi oggi, mentre in Nuova Zelanda  ne sono stati contati solo sette nell’ultimo mese e zero nell’ultima settimana. Queste valute sono estremamente sensibili alla tolleranza del rischio da parte dei mercati. Le tensioni tra Cina e Australia stanno salendo, con la Cina che dice all’Australia di pensare ai suoi problemi. La Cina sta punendo l’Australia per aver accusato Pechino di aver permesso la diffusione del COVID-19. Il paese ha applicato dei dazi sull’orzo. Anche il dollaro canadese è sceso sulla scia dei bruschi cali dei prezzi del petrolio. Il cambio USD/CAD ha superato 1,35, segnando il rally maggiore dell’ultimo mese.

La sterlina domani sarà sotto i riflettori, in attesa dei dati britannici su PIL mensile, produzione industriale e bilancia commerciale. Considerando che si tratta dei dati di aprile, quando l’indice PMI ha registrato un minimo storico, il rischio è al ribasso per questi report.

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