Concentriamoci sul lungo termine. Cosa vi trasmette il grafico dell'S&P 500?
Sicuramente che i mercati sono ciclici, nello specifico di vario grado, frequenza e intensità. In costante movimento su vari archi temporali, dal minimo al massimo, dalla paura all’avidità, poi ancora alla paura. Quindi in modo semplice, possiamo dire che le tendenze ribassiste tendono a seguire quelle rialziste e viceversa.
Se ci soffermassimo agli ultimi anni, il mercato ribassista del 2022 è stato "doloroso" anche se ad oggi sembra solo un lontano ricordo. Infatti, in termini di rendimenti possiamo dire che
nonostante tutto, dal 2019 l'azionario USA ha registrato una performance media del +16% l'anno.
Ovviamente non possiamo aspettarci che questa tendenza duri per sempre, e soprattutto nel breve periodo il mercato tende ad essere casuale.
Basta guardare i rendimenti annuali dell’S&P 500 dal 1928, rendimenti positivi seguiti da ribassi e viceversa, oppure rendimenti positivi seguiti da altrettanti trend rialzisti e viceversa.
Quando pensiamo "a questo punto dovremmo aspettarci un periodo negativo o, per lo meno, una pausa" non potrà mai essere una convinzione assoluta. Di conseguenza è sbagliato credere che determinate tendenze abbiano più o meno probabilità di verificarsi a causa di una persistente tendenza precedente.
Ma quello che possiamo fare, è osservare gli indicatori più corretti per farci un'idea dei possibili movimenti di mercato
Tornando ai cicli, non possiamo non menzionare e visionare il CBOE Market Volatility Index (VIX) come misura del sentiment degli investitori.
Storicamente più tende al ribasso, più l’S&P 500 avrà rendimenti futuri elevati. Infatti, le chiusure giornaliere sotto ai 13 punti, come quelle che abbiamo visto negli ultimi 6 mesi, portano a rendimenti annualizzati di oltre il +40%, nettamente superiori a qualsiasi momento di volatilità.
Quindi possiamo dire, storicamente, che quando la volatilità ha una tendenza ribassista il mercato tende ad avere una maggiore "stabilità" sui rendimenti futuri. Pullback o una correzione più profonda devono essere presi e considerati con il giusto peso, senza pensare subito al peggio ed al famoso: "te l'avevo detto".
I forti ribassi del mercato azionario non arrivano a caso e non si verificano così frequentemente.
Negli ultimi 74 anni ci sono stati 13 crolli, 7 dei quali si sono verificati durante le recessioni. In relazione a questa tendenza, che probabilità abbiamo che si verifichi una recessione in questo momento?
La probabilità implicita di una recessione negli USA nel prossimo anno è del 33% mentre le probabilità secondo Goldman sono molto più basse, entro 1 anno è del 15%.
Ciò non dovrebbe sorprendere. Le condizioni attuali non equivalgono ad una recessione.
Inoltre, escludendo i titoli tecnologici, il mercato viene scambiato a 16,9x P/E Ratio, in linea con la media degli ultimi 25 anni.
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