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Torna la volatilità sui mercati

Pubblicato 14.02.2024, 08:42
CL
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“L’amore è molto simile al mal di schiena. Non si vede ai raggi X, ma sai che c’è” (George Burns)

Tanto tuonò che piovve. Dopo 5 settimane consecutive di rialzo sui listini mondiali, è tornato a farsi vedere il segno meno, ma soprattutto la volatilità. L’indice S&P 500 ha perso l’1,4%, tornando sotto la soglia psicologica dei 5mila punti, mentre il Vix sullo stesso indice ha guadagnato quasi il 15% in una sola seduta. Peggio ha fatto il Nasdaq, -1,6% ma soprattutto gli indici delle small cap come il Russel 2000, -4% oppure le banche regionali statunitensi, -4,2%. Le vendite hanno colpito anche il Bitcoin, sceso nuovamente sotto la soglia di $50mila. A innescare il ribasso il dato sull’inflazione annuale degli Stati Uniti che ha rallentato la propria corsa al +3,1% a gennaio dal +3,4% di dicembre. Ma si è trattato di un dato superiore rispetto alle attese degli economisti che si attendevano un indice dei prezzi al consumo al +2,9%. Contemporaneamente, l’Ipc mensile è aumentato dello 0,3%, rispetto allo 0,2% di dicembre. Il dato “core”, che calcola la variazione dei prezzi escludendo cibo ed energia, su base annua è invece stabile al +3,9% a gennaio mentre gli economisti stimavano un calo al 3,7%. Gli operatori si aspettano ora due soli tagli dei tassi Fed nel corso del 2024, il primo addirittura a novembre. In meno di un mese lo scenario è quasi completamente cambiato. Ma si tratta di un solo dato, tra i molti che precederanno le prossime riunioni del FOMC. Oggi alle 11:00 attenzione al Pil della zona euro nel quarto trimestre 2023, visto piatto su base sequenziale, e alle 16:30 le scorte di petrolio greggio negli Usa.

Torna il Bonus IPO

Con l’approvazione dell’emendamento dell’On. Giulio Centemero al decreto Milleproroghe, torna il bonus IPO, ovvero il credito di imposta per le società che si quotano su Borsa italiana. Un buona notizia per il mercato dei capitali italiano che necessita di incentivi fiscali per spingere le imprese, soprattutto PMI, a scegliere la strada della Borsa per sostenere i propri progetti di crescita. Tra i principali beneficiari di questo provvedimento l’Euronext Growth Milan, ovvero il listino delle società ad alto potenziale di crescita sul quale si sono quotate, nel corso degli anni, oltre 300 società. Un terzo delle quali accompagnate da Integrae SIM. Il Bonus IPO è stato introdotto nel 2017 dal governo Gentiloni e consente di recuperare il 50% dei costi di quotazione fino a un credito massimo che nel tempo è variato sino a raggiungere la soglia dei 500 mila euro. Si creano quindi le condizioni per un ulteriore aumento delle matricole di Piazza Affari, un mercato molto vivace, che nel 2023 ha vissuto un anno positivo crescendo del 9% per numero di operazioni e del 10% per capitali raccolti, in controtendenza rispetto al resto del mondo dove le IPO sono invece calate di quasi il 10%.

Anche il mattone piange

In Germania nel quarto trimestre del 2023 i prezzi degli immobili sono scesi in media del 7,2% rispetto allo stesso periodo del 2022. Il dato è stato comunicato dell’associazione delle banche tedesche (Vdp), che rappresenta i più importanti finanziatori immobiliari del Paese. Il calo dei prezzi degli immobili commerciali, che ha impattato anche sui bilanci delle banche tedesche, è stato ancora una volta nettamente superiore a quello degli immobili residenziali: -12,1% su base annua e -4,9% rispetto al trimestre precedente. Secondo l’outlook di Scope rating, il settore immobiliare europeo si trova ad affrontare una recessione ciclica che potrebbe spingere le quotazioni ancora più in basso, in particolare degli asset residenziali e degli uffici. E le cose non vanno meglio in Usa dove la crisi immobiliare sta arrivando a mettere in discussione la stabilità di banche locali come accaduto per la New York Community Bank, la cui affidabilità è stata portata a livello spazzatura dopo avere contabilizzato crediti in sofferenza per quasi $600 milioni nei confronti dei debitori esposti agli immobili commerciali. Non vanno bene le cose nemmeno nella Silicon Valley. San Francisco è l’epicentro del crollo nazionale del settore immobiliare commerciale. Il passaggio al lavoro da casa ha fortemente ridotto la domanda di uffici nel centro città e i proprietari hanno abbandonato le proprietà entrando in default sui mutui. Le perdite dai prestiti si sono riversate nel sistema finanziario, colpendo le azioni delle banche e delle assicurazioni.

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