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Un "must have" in tempi di recessione: il vino da investimento sale al 8,1% YTD

Pubblicato 11.10.2022, 12:17

Il vino da investimento continua a sovraperformare i mercati finanziari anche nel mese di settembre con i principali indici che sono saliti dopo la pausa di agosto, favoriti anche dalla debolezza della sterlina. Come risulta dalla tabella seguente, gli indici elaborati da Liv-Ex su diversi panieri di vini da investimento, hanno riportato incrementi mensili compresi tra l’1,5% e il 2,1%, numeri importanti se confrontati ai mercati, con S&P500 che registra una performance mensile del -5,3% e l’oro -0,6%.

Andamento vino vs Andamento indici; fonte Liv-Ex

Il Liv-Ex 1000 ha registrato la performance maggiore grazie all’andamento positivo di tutti e sette i suoi sottoindici. Lo Champagne 50 è stato il migliore per il quarto mese consecutivo con un incremento del 3,2%. Da segnalare anche il +3,1% dell’indice Bordeaux Legend 40. Da inizio anno i due indici relativi a Borgogna e Champagne salgono rispettivamente del 27,6% e del 22,3%, mentre i rimanenti indici si muovono tra il 6,5% e il 10,5%. Discrepanza di rendimenti che si nota anche allungando l’orizzonte di osservazione a 5 anni, dove i due citati superano abbondantemente il 100% (118,9% per Borgogna e 109,3% per Champagne), mentre oscillano tra il 21,9% e il 48,0% gli altri indici regionali.

Andamento indici regionali; fonte Liv-Ex

Come ad agosto, la debolezza della sterlina ha aiutato il successo del mercato. Poiché gli indici sono misurati in sterline, qualsiasi debolezza della valuta aumenta il potere d’acquisto di coloro che utilizzano l’euro o il dollaro, rendendo i prezzi dei vini pregiati più convenienti.

Un particolare focus oggi va allo Champagne rosè. La storia di questo vino è relativamente recente, rispetto ad altri vini pregiati. Gli storici hanno di Champagne Ruinart hanno recuperato documenti che riportavano vendite di champagne rosè nel 1764, tuttavia le grandi case hanno introdotto il rosè nei loro portafoglio solo nel corso del ventesimo secolo, come ad esempio Dom Perignon nel 1959 e Louis Roderer nel 1974. La produzione del rosè richiede un approccio diverso e e uno sforzo maggiore da parte dei produttori di champagne, e molte delle maggiori cantine hanno investito in vigneti in grado di fornire loro vini rossi adatti alla miscela. I volumi sono quindi notevolmente più limitati e i vini hanno un maggior premio rispetto agli omologhi bianchi.

Quote di mercato Champagne; fonte Liv-Ex
Nel 2021, il rosè rappresentava poco più del 16% del mercato dello champagne, trainato principalmente da acquirenti statunitensi. Tuttavia, nel corso di quest’anno la quota di mercato è scesa al 11,1% poiché gli champagne bianchi hanno guidato la domanda e l’andamento dei prezzi. Solo un rosè è stato tra gli champagne più quotati da inizio anno, il Louis Roederer Cristal Rosè 2013.

Performance Champagne; fonte Liv-Ex

Anche in termini di performance, le bollicine rosa sono rimaste indietro rispetto allo champagne bianco. In media i prezzi del rosè sono aumentati del 29% (comunque un'ottima performance) rispetto al 52,3% dell’indice Champagne 50 nel corso dell’ultimo anno. Per quanto riguarda le etichette, il migliore è stato Dom Perignon Rosè con un aumento del 34,8%, seguito da Bollinger La Grande Annèe Rosè, in rialzo del 27,9%. Negli ultimi tre anni però il Comtes de Champagne Rosè di Taittinger ha sovraperformato il resto del mercato con un aumento del 61% (9,5% questo’anno).

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