- Pubblicazione report sugli utili secondo trimestre 2019 domani, giovedì 25 luglio, dopo la chiusura dei mercati
- Previsioni sulle entrate: 38,16 miliardi di dollari
- Previsioni utili per azione: 11,1 dollari
Ci sono chiari segnali del fatto che gli investitori siano nervosi per Alphabet (NASDAQ:GOOGL), (NASDAQ:GOOG) in questi giorni. Il titolo della compagnia madre di Google è rimasto indietro rispetto alle altre importanti compagnie tech negli ultimi 12 mesi fra i timori che la sua rapida crescita stia andando sotto pressione e che i giorni dell’allettante redditività siano finiti.
Alcuni investitori temono che la crescita del colosso dei motori di ricerca possa stare per scontrarsi contro un muro (come nel 2015) dopo il deludente report del primo trimestre che ha disatteso le aspettative degli analisti e li ha spinti ad interrogarsi sul suo futuro. In quel trimestre, i ricavi dalle inserzioni di Google sono aumentati di circa il 15% rispetto all’anno prima, il tasso di crescita più lento di questo indicatore dalla fine del 2015.
I ricavi pubblicitari di Google dovrebbero crescere del 16% quest’anno rispetto al 22% del 2018, secondo le ultime proiezioni di FactSet. Per il secondo trimestre, gli analisti prevedono entrate pubblicitarie di 32,4 miliardi di dollari, in salita del 15% dallo stesso periodo dell’anno scorso.
In questo contesto negativo, il titolo di Google è stato quello con la performance peggiore finora quest’anno tra le compagnie tech USA valutate più di 100 miliardi di dollari. Il titolo è crollato di oltre il 10% dall’ultimo report sugli utili, con le azioni di classe A che ieri hanno chiuso a 1.148,05 dollari e quelle di classe C a 1.146,21 dollari.
Ambiente operativo difficile
Non c’è dubbio che l’ambiente operativo per le compagnie che possiedono le principali piattaforme social stia diventando sempre più duro. Per Google, gli investitori sono curiosi di conoscere lo stato dell’accordo con la FTC per la privacy dei bambini su YouTube, nonché della possibilità di un’indagine antitrust nei confronti della compagnia da parte del Dipartimento per la Giustizia USA.
Il principale ostacolo per il valore del titolo di Google, secondo noi, deriva da queste accuse regolatorie cominciate dopo che le compagnie social sono state accusate di manipolare i dati dei consumatori a loro vantaggio, di non essere riuscite a fermare l’uso improprio delle loro piattaforme e di aver adottato pratiche monopolistiche per soffocare la concorrenza.
Se si escludono questi rischi politici e normativi, non pensiamo che l’attività pubblicitaria core di Google sia a rischio. Una delusione trimestrale, secondo noi, non dovrebbe ridurre lo straordinario record di crescita di Google.
Google mantiene una leadership incontrastata nelle ricerche online in tutto il mondo da quasi un decennio. Controlla il 92% delle ricerche, con il suo più stretto rivale, Bing di Microsoft (NASDAQ:MSFT), che ne ha solo il 2,5%. Questo massiccio fossato economico non è destinato a sparire tanto presto e dovrebbe continuare a mantenere in funzione il motore di generazione di denaro di Alphabet.
Morale della favola
Alphabet continua ad essere una straordinaria storia di successo nel mondo tecnologico. La compagnia sta riuscendo a destreggiarsi tra le nuove norme sulla privacy in Europa che sembrano avere un impatto limitato sulle sue operazioni pubblicitarie nella regione. Inoltre, le spese su nuove aree dell’economia digitale, come il cloud computing e le auto a guida autonoma, la posizionano per diversificare le sue entrate oltre la divisione pubblicitaria digitale.
Detto questo, il titolo di Google resterà sotto pressione sul breve termine per via delle minacce normative. Per questo motivo, non rappresenta un’interessante opportunità di acquisto al momento. Gli investitori farebbero meglio ad aspettare nelle retrovie.