In Asia, lunedì le valute G10 si sono mosse per lo più lateralmente, in vista della riunione del FOMC di questa settimana.
Dopo l’ultimo rapporto sull’occupazione, le probabilità di un rialzo del tasso sono scese considerevolmente e ora sono vicine allo zero (stamattina le probabilità di un intervento hanno toccato l’1,1%, cifra ricavato dallo swap OIS). Il mercato, tuttavia, presterà un’attenzione particolare ai toni e alle parole utilizzati durante la conferenza stampa, e anche all’evoluzione delle proiezioni sui tassi (il cosiddetto dot plot). Pertanto l’USD è esposto a forti rischi al ribasso, sulla scia delle crescenti incertezze sull’abilità dell’economia USA di far fronte a un restringimento della politica monetaria.
L’avversione al rischio sta pesando molto anche sulle borse, che sono scese in tutto il mondo, aiutando l’Oro a recuperare.
La scorsa settimana lo S&P 500 ha ceduto più dell’1%, l’indiceEuro Stoxx 600 è sceso del 4,10% e lo SMI del 3,60%.
Lunedì le vendite hanno subito un’accelerazione in Asia, per effetto del diffondersi dell’avversione al rischio.
In Giappone il Nikkei ha ceduto il 3,51% e il più ampio indice Topix è sceso del 2,74%, il Taiex di Taiwan del 2,05%, calando a 8.536 punti.
Dall’inizio del mese il metallo giallo trova un discreto numero di acquirenti, perché gli investitori cercano alternative all’azionario.
L’oro è balzato dello 0,64% a Tokyo, salendo a 1.282,10 USD, livello massimo dal 16 maggio.
In Europa, i future sui listini azionari sono negativi, suggerendo un’apertura in ribasso.
In Cina, l’ultima serie di dati economici ha dipinto un quadro contrastato della seconda economia mondiale: la produzione industriale di maggio ha rispettato le attese (6% a/a), le vendite al dettaglio di maggio sono scese al 10% a/a rispetto al 10,1% del mese precedente. Infine, gli investimenti fissi hanno deluso le previsioni medie, attestandosi al 9,6% (anno corrente) rispetto al 10,5% previsto.
Come al solito, le turbolenze in Cina mettono a rischio i suoi principali partner commerciali, come l’Australia.
All’avvio della seduta asiatica l’AUD/USD ha toccato quota 0,7659, per poi rimbalzare a 0,7395 con l’USD che perde slancio. Al rialzo, si osserva una resistenza a 0,7504, mentre al ribasso un supporto giace a 0,7315 (minimo 6 giugno).
Stamattina la coppia USD/JPY ha accusato le perdite maggiori, calando circa dell’1%, perché gli investitori hanno cercato asset sicuri.
Considerando le costanti pressioni al rialzo sullo JPY, riteniamo che la BoJ non aspetterà a lungo prima di passare dalle parole ai fatti, aumentando gli stimoli.
Al ribasso si osserva un supporto a 105,55 (minimo 3 maggio), mentre al rialzo la prima area di resistenza si aggira intorno a quota 107.