Quante volte l’avrò sentito dire, la scena è più o meno la seguente: ci vediamo con un cliente, mi spiega la sua situazione personale, per poi dirmi “sì, ma, io voglio un investimento garantito e sicuro”...
Credo che il tema dell’investimento garantito abbia così successo nel nostro Paese a causa di una serie di motivazioni, dalla nostra bassa formazione finanziaria alle Banche tradizionali che propongono alcuni prodotti con nomi così accattivanti come “protetto”, “sicuro” e “garantito”. Ma esistono davvero gli strumenti sicuri e garantiti? E se sì, hanno un reale senso per i nostri investimenti?
Ne parliamo oggi in questa puntata.
Per comprendere bene quale sia il ruolo di uno strumento garantito dobbiamo partire da una premessa, classico argomento del mondo finanziario: esiste un rapporto direttamente proporzionale tra il rischio che siamo disposti ad assumerci e il potenziale rendimento che possiamo aspettarci.
Qualora noi investissimo in dei titoli di Stato di certo non potremmo aspettarci un rendimento paragonabile a delle singole azioni growth, e viceversa prendendo quelle azioni growth sappiamo in partenza che ci esporremo ad un rischio maggiore rispetto ai titoli di Stato.
Questo assunto può sembrare banale, ma non avete idea di quanti potenziali clienti vengono a parlarmi senza avere ben in chiaro questa semplice regola di base.
Ma allora dove si collocano gli investimenti sicuri e garantiti?
Per la logica che abbiamo appena visto un investimento sicuro dovrebbe avere un rendimento molto molto basso, e in effetti questo è proprio quello che avviene.
I “reali” (vedremo a seguito perché specifico “reali”) prodotti garantiti e sicuri infatti non servono ad aumentare il valore del nostro Patrimonio, di fatto semplicemente hanno l’obiettivo di non perdere valore, ossia di ridare all’investitore quel capitale che aveva depositato, avvolte maggiorato, ma non sempre, da un piccolissimo interesse.
Quindi quando cerchiamo questo prodotto dobbiamo sapere che stiamo parlando di un prodotto che annulla la componente di rischio, ma che d’altra parte non produce dei reali guadagni per noi.
Ma dunque, perché un investitore dovrebbe volere uno strumento del genere? Purtroppo la motivazione, come abbiamo detto, risiede più nella mente della persona, la quale ha i suoi preconcetti sul mondo finanziario, piuttosto che nella reale utilità.
Il ragionamento che viene fatto è:
- gli investimenti fanno guadagnare ma rischiano di far perdere tutto il capitale;
- io non voglio perdere tutto il capitale;
- ho questo investimento a capitale garantito che elimina il mio rischio, male che va sono tornato a pari.
Purtroppo questa logica non funziona nel concreto, poiché si basa su un concetto sbagliato in partenza: chi pensa che “gli investimenti fanno guadagnare ma rischiano di far perdere tutto il capitale” parla non sapendo la differenza tra investimenti a basso rischio, a rischio medio, ad alto rischio, mettendo tutto nello stesso calderone e pensando che, chiunque investa nei mercati finanziari, mette a rischio sempre tutto il suo capitale.
In realtà quando si va più affondo ci si accorge che il rischio è una componente non solo essenziale del mondo finanziario, ma anzi è utile, e che c’è una differenza sostanziale tra il cercare di evitare il rischio e saperlo gestire.
Prima di concludere comunque dobbiamo fare un’importante digressione su un elemento che abbiamo accennato prima: abbiamo parlato di “reali” prodotti sicuri e garantiti, perché reali? Perché purtroppo troppo spesso ci sono banche tradizionali, aziende di assicurazione o simili che propinano degli strumenti che vengono definiti a parole “sicuri e garantiti”, ma che poi, a conti fatti, non lo sono.
Ricorda: uno strumento per definirsi garantito deve prevedere una clausola di garanzia apposita nel contratto di sottoscrizione, tutto il resto è soggetto agli andamenti finanziari.
Cosa significa questo? Che se in una polizza vi è scritto che “alla fine è prevista la restituzione garantita del capitale”, allora possiamo definirla tale, in ogni altro caso no.
Molti di voi saranno sicuramente incappati in prodotti indecenti che hanno nel nome la parola “sicuro” o “protetto” o “garantito”: spessissimo questa genere di prodotti non è altro che un investimento a rischio estremamente basso, come i titoli di Stato, ma per una persona che vuole la garanzia questo elemento è un forte problema.
Il classico esempio che avrete visto sono i fondi obbligazionari, i quali hanno certamente una volatilità molto più bassa rispetto a quelli azionari, ma ciò non significa che non abbiano comunque i loro rischi.
In conclusione, ha senso detenere degli strumenti garantiti in portafoglio? A mio parere, no. Salvo rarissimi, ma davvero rarissimi casi, la cosa migliore da fare se non si vuole affrontare il tema del rischio è non entrare nel mondo finanziario lasciandolo da parte.
Anche se posso dire che, ancor meglio di evitare il mondo finanziario, sarebbe quello di informarsi su come funzionano realmente i mercati, farsi assistere da una persona competente in caso di necessità e gestire il proprio rischio.
Spero che questa puntata vi sia stata utile, abbiamo parlato di “strumenti protetti e garantiti”.