Dopo l'incredibile svendita è arrivata la ripresa. Nonostante sia difficile, visto il contesto, parlare di mercato rialzista Wall Street ha recuperato oltre il 20% dai minimi confermando – almeno per ora – la bontà del rimbalzo tecnico.
Va detto tuttavia che la volatilità è ancora enorme, quindi occorre prestare massima attenzione. Ma cos'è che ha pilotato tale movimento? Ieri lo shock delle richieste settimanali di disoccupazione, che sono arrivate a 3,3 milioni, poteva azzoppare ulteriormente il sentiment ma evidentemente le brutte notizie era già inglobate nelle forti discese delle ultime settimane. Ora eventuali dati negativi vengono visti come un ulteriore incentivo fiscale da parte dei governi, il ché potrebbe sostenere ulteriormente il rischio.
I rendimenti obbligazionari continuano a consolidarsi e ciò contribuisce a ridurre la propensione al sell-off.
Con i tassi di swap sul forex in calo, il dollaro è diventato più debole e questo sta giocando a favore degli asset di rischio. Oggi è probabile che la Camera dei rappresentanti confermi definitivamente l'enorme pacchetto di sostegno fiscale da 2000 miliardi di dollari e potrebbe dare un'ulteriore spinta al rimbalzo in atto.
Wall Street ha chiuso un'altra enorme sessione di guadagni, mettendo a segno 3 giorni da record (guadagni che non si vedevano dagli anni '30). L'indice S&P 500 ha chiuso in rialzo del 6,2% a 2630 punti, ma con futures USA che in questo momento lasciano per strada quasi il 3%. Sul Forex in questo momento c'è un po' di confusione, nelle materie prime l'oro sta perdendo terreno dopo i guadagni di ieri, l'argento è stabile mentre il petrolio è in fase di consolidamento.
Per quanto riguarda il calendario macro economico attenzione alla misura di inflazione preferita dalla Fed, ovvero la spesa per consumi personali di base (PCE core) che dovrebbe mostrare un + 0,2% nel mese di febbraio. Se confermato, questo dato porterebbe la lettura annuale a + 1,7% (da + 1,6% a Gennaio). Si prevede che ultimo dato sul sentiment dell'Università del Michigan per marzo mostrerà una significativa discesa fino a 90,0, dal preliminare 95,9. Sarebbe quindi un notevole calo rispetto al 101,0 di febbraio e si arriverebbe a ridosso del minimo pluriennale di agosto 2019 (pari a 89,8).