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Gli orsi del greggio potranno portarlo sotto i 35 dollari?

Pubblicato 09.09.2020, 16:28
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Persino gli orsi del greggio devono essere stati sorpresi dal tonfo dei prezzi di ieri. Il calo, quando finalmente è arrivato, lo ha fatto ad una tale velocità che gli investitori che avevano cercato, senza successo, di andare short sul mercato dalla ripresa del prezzo di maggio, sono rimasti probabilmente senza parole.

Gli investitori con un’idea conservativa sul greggio, tra la peggiore pandemia della storia ed un mercato del carburante per aerei che resta nel caos, magari hanno trovato più accettabile un prezzo di 35-40 dollari al barile, anziché 40-45 dollari.

Il comportamento del mercato petrolifero negli ultimi quattro mesi è stato condizionato dall’euforia piuttosto che da statistiche convincenti sull’impatto delle riaperture delle attività dopo le serrate per il COVID-19 a partire dal marzo di quest’anno.

WTI Daily

Grafico giornaliero WTI

Il quadro è stato distorto ulteriormente dal calo di 38 milioni di barili di greggio in un periodo di sei settimane da parte delle raffinerie USA, che sembravano stare funzionando a pieno ritmo estivo ignorando il fatto che le restrizioni per la pandemia stavano alterando significativamente il comportamento dei clienti.

La modesta ripresa dell’occupazione USA da luglio, malgrado la disoccupazione sia tornata a cifra singola, ed il rialzo del dollaro sono andati ad unirsi ai dolori delle materie prime, mantenendo il greggio nella parte inferiore del range dei 40 dollari.

E il mercato ha infine perso le staffe la scorsa settimana, quando il leader dell’OPEC, l’Arabia Saudita, ha abbassato il prezzo di vendita del suo greggio, puntando palesemente a preservare o ampliare la sua partecipazione di mercato. La mossa saudita è arrivata settimane dopo che l’alleanza dei produttori globali stretta dall’OPEC, l’OPEC+, aveva annunciato una riduzione dei tagli alla produzione osservati da maggio.

Queste infauste azioni sono state seguite dalla decisione delle raffinerie USA di ridurre il loro utilizzo di greggio del 5% in solo una settimana, con la stagione di guida estiva giunta al termine. Il ritorno dell’indice del dollaro al suo sostegno rialzista di 93 ed il tonfo dei titoli azionari a Wall Street hanno completato la tempesta perfetta per i long sul greggio.

La domanda però è: il selloff si è esaurito? Se no, quanto in basso potrà arrivare?

Negli scambi asiatici di questo mercoledì, il riferimento del greggio USA, il West Texas Intermediate ha toccato il minimo di 12 settimane di 36,13 dollari registrato nella seduta precedente. Con gli analisti che si aspettano che sia i dati di settore che quelli governativi nei prossimi due giorni mostrino un’altra riduzione di milioni di barili per la scorsa settimana, il WTI potrebbe in effetti trovarsi sull’orlo di una ripresa.

Ma l’esperto di grafici sul greggio James Hyerczyk ha scritto in un articolo su FXEmpire che il range principale del WTI è ampio, tra 23,26 e 43,78 dollari.

L’obiettivo ribassista primario del WTI: 31,10 dollari

Il ritorno di ieri agli importanti bottom di 39 e 37,56 dollari ha innescato gli stop-loss che hanno contribuito ad accelerare la pressione ribassista. Se lo slancio ribassista dovesse puntare a testare il bottom del 12 giugno di 35,25 dollari, sarà seguito da una potenziale infrazione del bottom del 28 maggio di 32,66 dollari, scrive Hyerczyk.

Aggiunge:

“Il range principale è 23,26-43,78 dollari. La zona di ritracciamento a 33,52-31,10 dollari costituisce l’obiettivo ribassista primario nonché l’area di valore. Rappresenta il 50%-61,8% dell’intero rally da aprile ad agosto, perciò un ritorno a quest’area offrirebbe una grande opportunità per i nuovi compratori di entrare sul mercato in previsione di un’eventuale ripresa dell’economia globale”.

Ma, se il WTI dovesse fare meglio, potrebbe mantenere il suo range a breve termine di 32,66-43,78 dollari.

Hyerczyk fa notare che ieri il mercato ha cavalcato la sua zona di ritracciamento a 38,22-36,91 dollari. “La reazione dei trader a questa zona dovrebbe determinare la prossima mossa a breve termine”.

“Candele in diminuzione” del WTI, altri ribassi potrebbero essere all’orizzonte

Rajan Dhall, altro esperto tecnico del greggio, afferma che le azioni del WTI suggeriscono sicuramente altri ribassi all’orizzonte. Scrive Dahll su un articolo su FX Street:

“Dall’infrazione della media mobile semplice su 55 si è verificata una forte mossa al ribasso oltre i 40 dollari al barile, per raggiungere un minimo di 36,43 dollari al barile. Le candele sono diminuite in dimensione, portando ad un selloff che suggerisce che la corsa dei tori stava perdendo slancio. Detto questo, la fiacca azione di prezzo è durata più a lungo di quanto qualcuno si aspettasse”.

Dhall aggiunge che l’indice di forza relativa (RSI) del greggio USA era esteso nell’area di oversold e che l’istogramma su divergenza/convergenza della media mobile era in rosso, con linee di segnale incrociate al di sotto del livello medio.

“I riflettori ora saranno puntati sulla possibilità che il prezzo riesca a fermarsi al livello di Fibonacci del 38,2%, in cui confluisce una vecchia zona di resistenza da aprile”, scrive. “Questo livello è stato usato anche in altre occasioni, perciò potrebbe essere significativo in futuro quando il prezzo crollerà”.

Brent in contango, suggerisce che potrebbe tornare l’esubero di scorte

Gli analisti di Bloomberg notano che lo spread temporale a tre mesi per il greggio Brent scambiato a Londra si avvicina al contango più alto: una situazione in cui il prezzo dei future è superiore al prezzo spot futuro previsto.

È un segnale del fatto che i timori per l’esubero di scorte potrebbero tornare ad assillare il mercato, secondo Bloomberg.

Il Brent è crollato del 5,6% la scorsa settimana ed ha chiuso la seduta di ieri con un tonfo di 2,23 dollari, o del 5,3%, a 39,78 dollari, dopo il minimo della seduta di 39,31 dollari. Negli scambi asiatici di questo mercoledì, tuttavia, oscillava a 39,70 dollari.

L’agenzia di rating Fitch, intanto, ha alzato le sue previsioni 2020 sul Brent, abbassando invece quelle sul riferimento globale.

Fitch si aspetta che il Brent registri una media di 41 dollari al barile nel 2020, in salita dai 35 dollari stimati a giugno. Ha rivisto al ribasso le previsioni sul prezzo 2022 da 53 a 50 dollari.

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