Market Brief
A novembre la bilancia delle partite correnti giapponese è peggiorata meno del previsto, passando da 833,4 a 433,0 miliardi di yen (rispetto ai 139,5 mld previsti), perché il deficit commerciale è calato meno delle attese. I cross con lo JPY sono stati scambiati pigramente in avvio di seduta in Gippone, poi il trend è diventato positivo. L’USD/JPY è rimbalzato da 117,74, mentre il Giappone si riposizionava in scia al dato NFP dopo il fine-settimana lungo. L’USD/JPY si addentra nella nuvola di Ichimoku (113,54/118,53), la linea di conversione tende al ribasso. Si osservano offerte prima di 119,00, mentre le scommesse per le opzioni in scadenza oggi sono favorevoli sopra 119,50. L’EUR/JPY ha superato il supporto costituito dalla media mobile a 200 giorni (140,29) per poi scendere a 139,46. In assenza di notizie davvero negative per lo JPY, si profila un ribasso più marcato.
In Cina, i dati commerciali hanno sorpreso al rialzo. Le esportazioni sono salite al 9,7% su base annua a dicembre (rispetto al 4,7% di un mese fa), le importazioni sono calate più lentamente, a un ritmo del 2,4% (rispetto al -6,7% precedente). Sebbene l’USD/CNY trovi acquirenti in area 6,1821/6,20 (media mobile a 200 giorni / livello psicologico), le previsioni di interventi del governo e della PBoC a supporto della crescita limitano gli acquisti di CNY. In scia alle notizie dalla Cina, l’AUD/USD ha testato le offerte a 0,8200. I livelli tecnici di breve termine lasciano presagire un’ulteriore correzione al rialzo, che tuttavia rimane fragile in vista dei dati sull’occupazione australiana (in uscita giovedì). Si osserva un’importante resistenza a 0,8360/80 (media mobile a 50 giorni / massimo del trend ribassista in atto da ottobre 2014 a gennaio 2015).
L’USD/CAD testa le offerte prima di 1,20 mentre il greggio WTI scivola sotto i 45 USD (finora calo di seduta pari al -3.50%). Il sentiment rimane negativo per le valute dei paesi produttori di petrolio, come CAD, NOK e RUB. La banca centrale russa è intervenuta sul mercato dei cambi con l’acquisto di valuta straniera pari a 1,3 miliardi di USD, si dice con regolamento al 12 gennaio.
Il sentiment per la coppia GBP/USD rimane ribassista prima della pubblicazione dell’IPC di dicembre. Come avvenuto altrove, a dicembre l’IPC complessivo dovrebbe essere sceso ulteriormente anche nel Regno Unito per effetto dei prezzi del petrolio, la previsione di mercato si attesta allo 0,7% a/a rispetto all’1,0% di un mese fa. Il cable consolida la debolezza sotto 1,52 perché diminuiscono le pressioni negative con l’indebolimento generalizzato dell’USD. Il supporto chiave staziona a 1,50, sotto questo livello s’intravedono gli stop.
L’EUR/USD non si è mosso granché stanotte. Il sentiment continua a essere negativo, le nuove posizioni di breve termine sono incerte prima dell’IPC definitivo dell’Eurozona che uscirà nei prossimi giorni e della riunione della BCE in programma la prossima settimana (22 gennaio). I livelli tecnici dell’EUR/GBP sono piatti. Una chiusura negativa inferiore a 0,7795 (pivot MACD) farà rimanere il giudizio negativo. Le consistenti opzioni standard in scadenza oggi, che stazionano a 0,7800/50, dovrebbero frenare i tentativi al rialzo.
A seguire il calendario economico: indice sui prezzi all’ingrosso m/m e a/a di dicembre in Germania; tasso di disoccupazione e IPC m/m e a/a di dicembre in Svezia; produzione industriale m/m e a/a di novembre in Italia; IPC, indice dei prezzi al dettaglio e IPP m/m e a/a nel Regno Unito; indice NFIB sull’ottimismo delle piccole imprese di dicembre, indice IBD/TIPP sull’ottimismo economico di gennaio e dichiarazione mensile sul budget di dicembre negli Stati Uniti.
Ipek Ozkardeskaya, Market Analyst, |