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Future del petrolio greggio - Recensione settimanale dal 22 al 26 novembre

Pubblicato 28.11.2010, 14:29
Investing.com - La scorsa settimana abbiamo visto i future del petrolio greggio crollare al minimo da cinque settimane prima di cancellare le perdite tra gli indizi relativi alla crescita della domanda e l'ottimismo dei dati sulla ripresa economica statunitense.

Sul New York Mercantile Exchange, i future del greggio dolce e leggero con consegna a gennaio sono stati scambiati a 83,86 dollari al barile fino alla chiusura dei mercati, venerdì, in rialzo del 2,06% sulla settimana.

I prezzi del greggio sono crollati, martedì, ai minimi dal 21 ottobre, sull'avversione al rischio derivante alla schermaglia nella penisola coreana e tra le preoccupazioni sulla possibilità di contagio della crisi del debito nelle varie nazioni europee.

I prezzi del greggio sono saliti del 3,8%, mercoledì, dopo la pubblicazione dei dati statunitensi sul calo delle richieste di sussidio ai minimi da luglio 2008. Il sentimento dei consumatori è salito al massimo da cinque mesi a novembre, mentre la spesa privata è salita per il quarto mese consecutivo ad ottobre.

I dati hanno dato una spinta ottimistica alla ripresa economica degli Stati Uniti, il maggior consumatore di petrolio.

L'Energy Information Administration degli Stati Uniti ha dichiarato nel suo rapporto settimanale che le scorte di greggi sono salite, nella settimana terminata il 19 novembre, di un milione di barili. Gli analisti avevano previsto un ribasso di 1,9 milioni.

La domanda di greggio è salita, nella settimana terminata il 19 novembre, a 19,1 milioni di barili al giorno, in rialzo del 2,4% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

I prezzi del greggio hanno pareggiato i guadagni, venerdì, tra le discussioni relative alla possibilità che Spagna e Portogallo possano essere contagiati dalla crisi ed i timori sulla situazione coreana.

Venerdì, lo Shanghai Futures Exchange cinese ha annunciato che aumenterà i requisiti di oro ed altri metalli nel tentativo di fronteggiare l'inflazione e calmare la speculazione sulle materie prime.

La Cina è il secondo consumatore di petrolio al mondo. Secondo l'International Energy Agency, il 40% della domanda mondiale del biennio 2010-11 è cinese.

I future del gas naturale con consegna a gennaio sono stati scambiati a 4.411 dollari per milione di unità termali, alla chiusura degli scambi di venerdì, in crescita dell'1,97% sulla settimana.

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