Investing.com - I futures del greggio sono saliti di oltre un dollaro venerdì, con i prezzi che continuano a salire dai recenti minimi, con una parte degli investitori che scommette sul fatto che sia stato toccato già il punto più basso dopo 7 mesi di cali.
Venerdi, sul New York Mercantile Exchange, il greggio con consegna a marzo è salito del 2,4%, o di 1,21 dollari, chiudendo la settimana a 51,69 dollari al barile.
Sulla settimana il greggio di New York ha segnato un aumento di 4,10 dollari, o del 7,15%, il secondo aumento settimanale consecutivo, ed il maggiore aumento settimanale dal febbraio 2011.
I prezzi Nymex hanno perso quasi il 52% dal massimo storico di 107,50 toccato a giugno.
Sull’ICE Futures Exchange di Londra, il greggio Brent con consegna ad aprile venerdì è salito di 1,17 dollari o del 2,03%, a 58,68 dollari al barile.
Martedì il Brent aveva toccato 45,19 dollari al barile, il minimo dall’aprile 2009.
Sulla settimana Il contratto Brent di aprile è salito di 6 dollari, o del 9,08%, segnando il secondo aumento settimanale consecutivo, e l’aumento maggiore dal 2011.
Nelle ultime due settimane, il prezzo del greggio Brent è salito di circa il 17%, l’aumento maggiore su due settimane dal 1998. Tuttavia i prezzi hanno visto un calo del 50% da giugno, quando i futures hanno toccato il massimo storico di quasi 116 dollari.
Lo spread tra il Brent ed il WTI è rimasto a 6,99 dollari al barile alla chiusura di venerdì, contro la chiusura a 4,75 dollari del venerdì precedente.
I futures del greggio sono stati supportati nelle ultime sedute, tra i segnali che i produttori statunitensi potrebbero ridurre la produzione per reagire al calo dei prezzi.
L’agenzia di ricerche del settore Baker Hughes venerdì ha dichiarato che il numero degli impianti di trivellazione negli Stati Uniti è diminuito la scorsa settimana di altre 87 unità, toccando le 1.136 unità, il minimo dal dicembre 2011.
Il numero degli impianti è sceso in 14 delle ultime 17 settimane dopo aver toccato il massimo storico di 1.609 a metà ottobre.
La notizia è giunta dopo che il gigante petrolifero (NYSE:BP) ha annunciato che ridurrà le spese per capitale nel 2015, dopo che decisioni simili sono state prese da altre aziende del comparto petrolifero.
Negli ultimi mesi il prezzo del greggio ha subito un brusco crollo, per via della decisione dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio di non tagliare la produzione, mentre negli Stati Uniti si è registrata la produzione più alta degli ultimi tre decenni, causando un eccesso delle scorte globali.
Secondo il Dipartimento per il Lavoro, l’economia USA ha aggiunto 257.000 nuovi posti di lavoro a dicembre, al di sopra dei 234.000 previsti dagli economisti. Il dato di dicembre è stato rivisto ad una lettura di 329.000 unità contro le 252.000 unità precedentemente riportate.
Sebbene il tasso di disoccupazione sia salito al 5,7% lo scorso mese dal 5,6% di dicembre, i compensi orari ed il tasso di partecipazione sono entrambi saliti a gennaio.
I dati positivi sull’occupazione hanno alimentato le aspettative di un aumento dei tassi da parte della Fed per metà anno.
L’Indice del Dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, è salito dell’1,26% a 94,84.
L’euro è rimasto sotto pressione per via dei timori sulle trattative che riguardano il debito greco.
Standard and Poor’s ha declassato il debito della Grecia a B- da B venerdì sera, una tacca sopra il default, ed ha mantenuto una previsione "negativa", indicando che sono possibili ulteriori declassamenti.
Durante il week end la Cina ha riportato un surplus commerciale pari a 60,0 miliardi di dollari a gennaio, contro le aspettative di una lettura a 48,9 miliardi di dollari e dopo il surplus di 49,6 di dicembre.
Le esportazioni sono cresciute del 3,3% a gennaio, contro le aspettative di un aumento del 6,3% mentre le importazioni sono crollate del 19,9%, contro le aspettative di un calo del 3%.
La Cina è il secondo consumatore mondiale di greggio dopo gli USA ed è stato il motore del rafforzamento della domanda.
Nella prossima settimana, la zona euro rilascerà i dati sulla crescita del quarto trimestre nella giornata di venerdì.
Gli investitori attenderanno i dati USA sulle vendite al dettaglio, sulle nuove richieste di sussidio USA e sul sentimento dei consumatori, dati che offriranno segnali sulla forza della ripresa.
In vista della prossima settimana, Investing.com ha compilato una lista di questi ed altri eventi significativi che potrebbero influenzare i mercati.
Martedì 10 febbraio
La Cina rilascerà o dati sull’IPP e sull’IPC.
Mercoledì 11 febbraio
A Bruxelles è previsto il vertice dei ministri delle finanze dell’Eurogruppo.
Gli USA rilasceranno i dati sulle scorte di greggio
Giovedì 12 febbraio
Gli USA rilasceranno un report sulle vendite al dettaglio e sulle nuove richieste di sussidio di disoccupazione.
Venerdì 13 febbraio
La zona euro rilascerà i dati preliminari sulla crescita economica.
Gli USA chiuderanno la settimana con i dati preliminari sul sentimento dei consumatori.