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Futures del greggio al minimo di tre mesi, attesi i dati dell’API

Pubblicato 07.07.2015, 15:39
© Reuters.  Il greggio continua a scendere in questa scia ribassista
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Investing.com - I futures del greggio West Texas Intermediate sono in calo questo martedì, al minimo di oltre tre mesi, mentre gli investitori attendono il rilascio dei dati sulle scorte USA di greggio e prodotti raffinati nel corso della gioranta.

Sul New York Mercantile Exchange, il greggio con consegna ad agosto tocca il minimo intraday di 52,11 dollari al barile, un livello che non si registrava dal 10 aprile, per poi attestarsi a 52,30 dollari nella mattinata USA, incalo di 71 centesimi o dell’1,34%. Ieri, i futures del greggio scambiati sulla borsa di New York sono crollati di 4,40 dollari, o del 7,73%, a 52,53 dollari.

Gli operatori attendono la pubblicazione dei dati settimanali sulle scorte statunitensi ed i prodotti raffinati per valutare la forza della domanda da parte del principale consumatore mondiale di greggio.

L’American Petroleum Institute pubblicherà il report sulle scorte nel corso della giornata, mentre il report governativo di domani dovrebbe mostrare che le scorte di greggio sono scese di 0,5 milioni di barili nella settimana terminata il 3 luglio.

I futures del greggio sono crollati la scorsa settimana dopo che Baker Hughes (NYSE:BHI) ha dichiarato che il numero degli impianti di trivellazione negli Stati Uniti è salito di 12 unità la scorsa settimana a 640, dopo 29 settimane consecutive in calo.

Sull’ICE Futures Exchange di Londra, il greggio Brent con consegna ad agosto è in calo di 38 centesimi, o dello 0,66% a 56,78 dollari al barile.

Ieri, il greggio Brent scambiato sulla borsa di Londra è crollato di 3,78 dollari, o del 6,27%, a 56,54 dollari, poiché continuano a pesare i timori per le trattative sul debito greco e quelle sul nucleare iraniano, nonché i timori per la Cina.

Intanto, lo spread tra i contratti del greggio Brent e quelli WTI è a 4,48 dollari al barile, rispetto ai 4,01 dollari segnati alla chiusura di ieri.

Il Primo Ministro ellenico Alexis Tsipras presenterà nel corso della giornata nuove proposte ai ministri delle finanze della zona euro; subito dopo si terrà il summit dei leader europei, che potrebbe essere l’ultima chance per la Grecia per raggiungere un accordo con i partner internazionali.

Un mancato accordo aumenterebbe la probabilità di un’uscita della Grecia dalla moneta unica.

Senza un nuovo piano di salvataggio, la Grecia potrebbe andare incontro al default il 20 giugno, quando dovrà rimborsare 3,5 miliardi di euro alla Banca Centrale Europea. La scorsa settimana, la Grecia ha mancato il pagamento di 1,6 miliardi di euro dovuto al Fondo Monetario Internazionale.

L’Indice del Dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, è in salita dell’1% a 97,40, sostenuto da un euro più debole.

I traders del greggio seguiranno con particolare attenzione le trattative sul nucleare tra l’Occidente e l’Iran, che potrebbero comportare l’immissione di milioni di barili di greggio sul mercato mondiale, un mercato dove però i liveli del greggio sono già decisamente elevati.

Tehran è intenzionata a raddoppiare le esportazioni di greggio ad oltre due milioni di barili al giorno in caso di un accordo e della cancellazione delle sanzioni, secondo quanto dichiarato da un funzionario iraniano ieri.

La produzione globale di greggio supera ancora di gran lunga la domanda per via dell’impennata del petrolio di scisto negli Stati Uniti e dopo la decisione dello scorso anno dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio di non tagliare la produzione.

Intanto, i titoli azionari cinesi continuano a crollare nonostante il tentativo del governo di riportare la calma sui mercati. L’indice Shanghai Composite crolla di quasi il 3% negli scambi volatili di questo martedì. L’indice è crollato di quasi il 32% nelle ultime tre settimane.

I legislatori di Pechino nel corso del weekend hanno annunciato la sospensione delle offerte pubbliche iniziali ed hanno riunito le principali agenzie di intermediazione per stabilire un fondo da 120 miliardi di renminbi e supportare così il mercato azionario instabile del paese.

I traders temono che il crollo dei titoli azionari possa allargarsi ad altri settori economici, riducendo di conseguenza la domanda del metallo industriale da parte della Cina.

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