Investing.com - I futures del greggio sono in salita questo martedì, dopo aver segnato il peggiore calo giornaliero di oltre tre mesi ieri, mentre continuano le trattative per la Grecia e per l’Iran ed i riflettori restano puntati sulla Cina.
Sull’ICE Futures Exchange di Londra, il greggio Brent con consegna ad agosto sale di 22 centesimi, o dello 0,38% a 57,38 dollari al barile negli scambi della mattinata europea. Ieri, il greggio Brent scambiato sulla borsa di Londra è crollato di 3,78 dollari, o del 6,27%, a 56,54 dollari.
Intanto, sul New York Mercantile Exchange, il greggio con consegna ad agosto sale di 13 centesimi, o dello 0,27%, a 53,14 dollari al barile. Ieri, i futures del greggio scambiati sulla borsa di New York sono crollati di 4,40 dollari, o del 7,73%, a 52,53 dollari, il minimo dal 10 aprile.
Lo spread tra i contratti del greggio Brent e quelli WTI è di 4,24 dollari al barile, rispetto ai 4,01 dollari segnati alla chiusura di ieri.
Nel corso della giornata, il Primo Ministro greco Alexis Tsipras presenterà nuove proposte ai ministri delle finanze della zona euro; subito dopo si terrà il vertice dei funzionari europei che discuteranno delle conseguenze del referendum di domenica in Grecia.
Le banche greche resteranno chiuse anche oggi: il controllo di capitali è stato infatti prolungato fino a domani e si teme che le banche siano ormai a corto di liquidità.
Ieri la Banca Centrale Europea ha annunciato che manterrà i livelli della liquidità di emergenza alla Grecia a quelli fissati lunedì scorso. La BCE ha dichiarato inoltre che modificherà i tagli al collaterale accettato dalla Banca della Grecia come parte dell’ELA, aumentando la pressione su Atene.
I traders del greggio seguiranno con particolare attenzione le trattative sul nucleare tra l’Occidente e l’Iran, che potrebbero comportare l’immissione di milioni di barili di greggio sul mercato mondiale, un mercato dove però il greggio risulta già in eccesso.
Tehran è intenzionata a raddoppiare le esportazioni di greggio ad oltre due milioni di barili al giorno in caso di un accordo e della cancellazione delle sanzioni, secondo quanto dichiarato da un funzionario iraniano ieri.
La produzione globale di greggio supera ancora di gran lunga la domanda per via dell’impennata del petrolio di scisto negli Stati Uniti e dopo la decisione dello scorso anno dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio di non tagliare la produzione.
Intanto, i titoli azionari cinesi continuano a crollare nonostante gli sforzi del governi di riportare la calma sui mercati. L’indice Shanghai Composite crolla di quasi il 3% negli scambi volatili di questo martedì. L’indice è crollato di quasi il 32% nelle ultime tre settimane.
I legislatori di Pechino nel corso del weekend hanno annunciato la sospensione delle offerte pubbliche iniziali ed hanno riunito le principali agenzie di intermediazione per avere un fondo da 120 miliardi di renminbi e supportare così il mercato azionario instabile del paese.
Gli investitori temono che il crollo dei titoli azionari possa coinvolgere altri settori economici, riducendo di conseguenza la domanda del metallo industriale da parte della Cina.
I traders attendono inoltre la pubblicazione dei dati settimanali sulle scorte statunitensi ed i prodotti raffinati per valutare la forza della domanda da parte del principale consumatore mondiale di greggio.
L’American Petroleum Institute pubblicherà il report sulle scorte nel corso della giornata, mentre il report governativo di domani dovrebbe mostrare che le scorte di greggio sono scese di 0,5 milioni di barili nella settimana terminata il 3 luglio.
I futures del greggio sono crollati la scorsa settimana quando Baker Hughes (NYSE:BHI) ha dichiarato che il numero degli impianti di trivellazione negli Stati Uniti è salito di 12 unità la scorsa settimana a 640, dopo 29 settimane consecutive di riduzione.