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Greggio Brent sotto i 59 dollari dopo i commenti dell’OPEC

Pubblicato 09.03.2015, 10:59
Futures del greggio Brent sotto i 59 dollari dopo i commenti dell’OPEC
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Investing.com - I futures del greggio Brent scendono al minimo di quasi due settimane questo lunedì, per via dei commenti ribassisti del Segretario Generale dell’OPEC Abdullah al-Badri.

Sull’ICE Futures Exchange di Londra, il greggio Brent con consegna ad aprile ha toccato il minimo intraday di 58,88 dollari al barile, un livello che non si registrava dal 25 febbraio, prima di attestarsi a 58,99 dollari negli scambi della mattinata europea, con un crollo di 83 centesimi, o dell’1,39%.

Il Segretario Generale dell’OPEC Abdullah al-Badri ieri ha dichiarato che i membri dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio non dovrebbero ridurre la produzione per “incentivare” l’aumento del prezzo del petrolio di scisto. I commenti sono stati rilasciati durante il MEOS, la conferenza sul Greggio e Gas del Medio Oriente in corso in Bahrain.

Negli ultimi mesi, il prezzo del greggio è crollato per via della decisione del’OPEC di non tagliare la produzione, mentre negli Stati Uniti si è registrata la produzione più alta degli ultimi tre decenni, causando un eccesso delle scorte globali.

Venerdì, il prezzo del greggio Brent scambiato sulla borsa di Londra è crollato di 75 centesimi, o dell’1,24%, a 59,73 dollari per via del rafforzamento del dollaro seguito alla pubblicazione dei dati positivi sull’occupazione negli Stati Uniti.

Il Dipartimento per il Lavoro USA ha dichiarato che l’economia statunitense ha aggiunto 295.000 nuovi posti di lavoro a febbraio, ben al di sopra dei 240.000 previsti dagli economisti.

Il tasso di disoccupazione è sceso al 5,5% dal 5,7% di gennaio, il minimo dal maggio del 2008. Gli economisti avevano previsto una riduzione al 5,6%.

Il report positivo ha alimentato le aspettative che la Federal Reserve possa decidere di aumentare i tassi di interesse intorno a metà anno.

L’Indice del Dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, scende dello 0,3% a 97,45, dopo aver precedentemente toccato il massimo di undici anni di 97,84.

I contratti dei futures del greggio valutati in dollari tendono a scendere in concomitanza al rafforzamento del biglietto verde, dal momento che il greggio diventa più costoso per i titolari di altre valute.

Intanto, sul New York Mercantile Exchange, il greggio con consegna ad aprile scende di 10 centesimi, o dello 0,19%, a 49,53 dollari al barile. Venerdì il greggio Nymex è crollato di 1,15 dollari, o del 2,27%, ed ha chiuso la settimana a 49,61 dollari al barile.

L’agenzia di ricerche di settore Baker Hughes (NYSE:BHI) venerdì ha dichiarato che il numero degli impianti di trivellazione negli Stati Uniti è diminuito di 63 unità la scorsa settimana, a 923, il minimo dal giugno 2011.

I traders hanno seguito da vicino la riduzione degli impianti di trivellazione negli ultimi mesi per cercare di capire se possa contribuire a ridurre l’eccesso di greggio sul mercato.

Tuttavia, le scorte di greggio statunitensi sono salite a 444,4 milioni di barili la scorsa settimana, il massimo di quasi 80 anni, segnale che il calo dei prezzi non ha ancora influito sulla produzione.

Lo spread tra i contratti del greggio Brent e quelli WTI è di 9,46 dollari al barile, rispetto ai 10,12 dollari segnati alla chiusura di venerdì.

Ieri, la Cina ha dichiarato che il surplus commerciale è salito a 60,6 miliardi di dollari nel bimestre gennaio-febbraio, contro le aspettative di un surplus pari a 10,8 miliardi di dollari ed in salita rispetto ai 60,0 miliardi di gennaio.

Le esportazioni hanno subito un’impennata del 48,3% rispetto all’anno precedente il mese scorso, ben al di sopra del 14,2% previsto, mentre le importazioni sono crollate del 20,5%, deludendo le aspettative di una riduzione del 10,0%.

Il calo delle importazioni ha sottolineato l’indebolimento persistente dell’economia ed ha alimentato le speculazioni che i policymaker debbano fare di più per sostenere la crescita.

La Cina è il secondo consumatore mondiale di greggio dopo gli Stati Uniti ed è stata il motore del rafforzamento della domanda.

Intanto, l’euro resterà sotto pressione dal momento che i riflettori sono puntati sul vertice dei ministri delle finanze dell’Eurogruppo che si terrà a Bruxelles nel corso della giornata per discutere le riforme economiche proposte dalla Grecia.

Il mese scorso, Atene ha raggiunto un accordo temporaneo con i suoi creditori, accordo che prevede l’estensione di quattro mesi del piano di salvataggio, ma dovrà completare la revisione prima di poter avere ulteriori aiuti finanziari.

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