LONDRA (Reuters) - Il petrolio scende spinto da timori sulla domanda motivati da fattori macroeconomici negativi, nonostante la decisione dell'Arabia Saudita di continuare a tagliare la produzione di greggio fino alla fine del 2023.
Intorno alle 11,15 italiane, i futures sul Brent calano di 53 centesimi, o dello 0,57%, a 90,42 dollari al barile, mentre il greggio statunitense West Texas Intermediate (Wti) scende di 57 centesimi, dello 0,62%, a 88,68 dollari al barile.
Entrambi i contratti scambiano a un prezzo intraday oltre 1 dollaro al di sotto del prezzo di liquidazione di ieri, con il Brent in calo a 89,83 dollari al barile e il Wti a 88,11 dollari al barile.
I prezzi del petrolio rimangono sotto pressione a causa dei timori per la domanda, determinati da condizioni macroeconomiche avverse.
Il ministero dell'Energia saudita ha confermato che continuerà il taglio volontario della fornitura di greggio di 1 milione di barili al giorno (bpd) fino alla fine di quest'anno.
La Russia ha detto che continuerà a ridurre le esportazioni di greggio di 300.000 bpd fino alla fine dell'anno e che rivedrà il taglio volontario di 500.000 bpd, stabilito ad aprile, a novembre.
La Russia sta anche valutando un'autorizzazione parziale per le esportazioni di carburante "a tutti i livelli", ha riferito l'agenzia statale Tass, citando il ministro dell'Energia russo Nikolai Shulginov.
La Russia potrebbe inoltre essere pronta ad alleggerire il divieto sul diesel nei prossimi giorni, secondo quanto riportato dal quotidiano Kommersant, che cita fonti non identificate.
(Tradotto da Alessandro Parodi, editing Stefano Bernabei)