LONDRA (Reuters) - I prezzi del petrolio sono in ribasso per il secondo giorno consecutivo, mentre un report del settore indica un'ampia disponibilità di scorte negli Stati Uniti e l'anticipazione di ulteriori aumenti dei tassi di interesse suscita i timori per l'indebolimento della domanda di carburante e per le prospettive economiche.
Le scorte di greggio statunitensi sono aumentate di 10,5 milioni di barili, più di quanto previsto, secondo le fonti di mercato che hanno citato i dati dell'American Petroleum Institute (Api), prima dei dati ufficiali dell'Energy Information Administration (Eia), attesi per le 16,30.
Intorno alle 10,40 i futures sul Brent sono in ribasso dell'1,53%, a 84,27 dollari al barile, mentre il greggio americano West Texas Intermediate (Wti) perde l'1,77%, a 77,66 dollari al barile.
A pesare sul mercato sono anche i dati sull'inflazione statunitense e le dichiarazioni dei funzionari delle banche centrali che alimentano i timori degli investitori circa un aumento dei tassi di interesse più prolungato.
I funzionari della Federal Reserve hanno detto ieri che la banca centrale statunitense dovrà continuare ad aumentare gradualmente i tassi di interesse per sconfiggere l'inflazione e hanno suggerito che le pressioni sui prezzi, dovute al caldo mercato del lavoro, potrebbero far salire i costi di finanziamento più di quanto si pensasse.
Ad esercitare pressioni al ribasso sul greggio è anche l'annuncio degli Stati Uniti di voler vendere 26 milioni di barili di petrolio dalla riserva strategica nazionale, che è già al livello più basso da circa quattro decenni.
A dare un po' di sostegno è il report di ieri dell'Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio, in cui il gruppo ha fatto la sua prima revisione al rialzo della crescita della domanda globale di petrolio da mesi e ha tagliato le prospettive dell'offerta non-Opec, indicando un mercato più rigido nel 2023.
(Tradotto da Chiara Bontacchio, editing Stefano Bernabei)