LONDRA (Reuters) - I prezzi del greggio sono in calo, tra i segnali che gli Stati Uniti, il maggior produttore a livello mondiale, stanno raggiungendo il picco di produzione, controbilanciando i segnali positivi sulla domanda cinese, principale consumatore.
Intorno alle 11,45, i futures sul Brent sono in calo di 44 centesimi a 82,03 dollari il barile, mentre il greggio statunitense West texas intermediate (Wti) è in calo di 50 centesimi a 77,76 dollari.
L'attività economica cinese si è rafforzata nel mese di ottobre, con un aumento della produzione industriale a un ritmo più sostenuto e una crescita delle vendite al dettaglio superiore alle aspettative, un segnale incoraggiante per la seconda economia mondiale.
L'Agenzia Internazionale dell'energia si è unita all'Opec+ nell'aumentare le previsioni di crescita della domanda di greggio per quest'anno, nonostante le proiezioni di una crescita economica più lenta in molti dei principali Paesi.
La pressione al ribasso sui prezzi potrebbe provenire dal lato dell'offerta, con gli Stati Uniti che "probabilmente hanno raggiunto il picco di produzione di greggio", mentre il ritardo nella pubblicazione dei dati sul petrolio da parte del maggiore produttore mondiale rende più incerta la situazione degli investimenti, ha affermato John Evans del broker petrolifero PVM.
Il Financial Times riporta che la Danimarca avrà l'incarico di ispezionare e potenzialmente bloccare le petroliere russe che transitano nelle sue acque secondo i nuovi piani dell'Unione europea, mentre l'Occidente è alla ricerca di altri modi per imporre un tetto ai prezzi del greggio russo.
Tuttavia, rimarrà da vedere come la Danimarca applicherà questa misura.
L'Ue ha raggiunto oggi un accordo su una legge che impone limiti alle emissioni di metano sulle importazioni di petrolio e gas in Europa a partire dal 2030, facendo pressione sui fornitori internazionali affinché riducano le fughe del gas serra.
(Tradotto da Camilla Borri, editing Andrea Mandalà)