Investing.com - I futures del greggio sono in salita questo martedì, con gli operatori dei mercati che attendono i dati USA per valutare la forza della domanda di petrolio nel principale consumatore mondiale.
Sul New York Mercantile Exchange, il greggio USA con consegna a giugno è sceso dello 0,17% o di 17 centesimi, a 102,28 dollari la barile nella mattinata europea.
Ieri il petrolio Nymex è rimasto nel range tra 102,01 e 102,35 dollari al barile. Ieri i futures sono saliti a 102,49 dollari al barile, il massimo dal 24 aprile, prima di attestarsi a 102,11, in salita dello 0,52% o di 53 centesimi.
I futures della borsa di New York troveranno supporto a 100,97 dollari al barile, il minimo dal 16 maggio e resistenza a 104,36 dollari al barile, il massimo dal 22 aprile.
L’American Petroleum Institute rilascerà il report sulle scorte nel corso della giornata, mentre il report governativo di domani dovrebbe mostrare che le scorte di greggio sono aumentate di 1,0 milione di barili nella settimana terminata il 16 maggio.
Gli operatori dei mercati attendono per domani i verbali dell’ultimo vertice di politica monetaria della Fed, alla ricerca del punto di vista interno della banca sull’economia.
Nel corso della giornata, sono attesi i discorsi del Presidente della Federal Reserve di Philadelphia Charles Plosser e del Presidente della Federal Reserve di New York William Dudley.
Sull’ICE Futures Exchange di Londra il greggio Brent con consegna a luglio è salito dello 0,05%, o di 6 centesimi a 109,41 dollari al barile, con lo spread tra i contratti del greggio Brent e quelli USA a 7,13 dollari al barile.
Le tensioni tra Russia ed Ucraina restano al centro dell’attenzione, nei timori di un’interruzione delle forniture dall’area.
Intanto sugli investitori pesa l’incertezza sugli sviluppi in Ucraina, dopo gli scontri di ieri tra i separatisti filorussi e le forze ucraine in cui è rimasto ucciso un soldato ucraino.
L’Ucraina terrà le elezioni presidenziali il 25 maggio e si continua a temere che la Russia possa interferire nelle votazioni ed aggravare la crisi.
Gli USA e l’Europa hanno avvertito che la Russia andrà incontro a nuove sanzioni economiche ed industriali se interferirà con le elezioni presidenziali dell’Ucraina del 25 maggio.
La Russia ha prodotto 10,4 milioni di barili al giorno nel 2012 e ne ha esportato 7,4 milioni; tali quantitativi la rendono il secondo esportatore mondiale dopo l’Arabia Saudita.
Intanto, in Libia salgono nuovamente i timori per la produzione di greggio, dopo uno dei peggiori scontri che il paese ha visto dalla guerra del 2011 contro Gheddafi.
La Libia, membro dell’OPEC, detiene le principali riserve petrolifere del continente africano, ma la produzione è stata altalenante negli ultimi tre anni per via dell’instabilità politica e degli attacchi agli impianti petroliferi.