LONDRA (Reuters) - I prezzi del petrolio scambiano poco mossi, in vista di quelle che si preannunciano come elezioni presidenziali statunitensi particolarmente combattute. Erano saliti di oltre il 2% nella seduta precedente, quando l'Opec+ ha rinviato i piani di aumento della produzione a dicembre.
Alle 10,10 i futures sul Brent avanzano di 19 centesimi, o dello 0,25%, a 75,27 dollari il barile, mentre il greggio statunitense West Texas Intermediate (Wti) è in aumento di 30 centesimi, o dello 0,43% a 71,76 dollari il barile.
I prezzi del petrolio sono stati sostenuti dall'annuncio di domenica dell'Opec+ di rinviare di un mese l'aumento della produzione a partire da dicembre, a causa della debolezza della domanda e dell'aumento dell'offerta non Opec che deprime i mercati.
Nel frattempo, la produzione petrolifera dell'Opec è rimbalzata a ottobre grazie alla ripresa della produzione da parte della Libia, secondo un sondaggio Reuters, anche se un ulteriore impegno da parte dell'Iraq per rispettare i tagli promessi all'Opec+ limita i guadagni.
Più petrolio potrebbe arrivare dall'Iran, produttore dell'Opec, poiché Teheran ha approvato un piano per aumentare la produzione di 250.000 barili al giorno, come ha riferito ieri il sito web del ministero del petrolio Shana.
Negli Stati Uniti, una tempesta tropicale di fine stagione che si prevede si intensificherà fino a diventare un uragano di categoria 2 nel Golfo del Messico questa settimana potrebbe ridurre la produzione di petrolio di circa 4 milioni di barili, secondo i ricercatori.
In vista dei dati del greggio settimanali Usa di domani, un sondaggio preliminare di Reuters ha mostrato ieri che le scorte di greggio degli Stati Uniti sono probabilmente aumentate la scorsa settimana, mentre le scorte di distillati e benzina sono diminuite.
(Tradotto da Laura Contemori, editing Stefano Bernabei)