I prezzi del petrolio sono in moderato recupero, dopo essere scivolati ai minimi di 15 mesi nella seduta precedente, con i mercati un po' più calmi dopo che Credit Suisse ha ricevuto un salvagente finanziario da parte delle autorità di regolamentazione svizzere.
Tuttavia, il sentiment del mercato rimane fragile a causa dei timori di crescente stress per le banche globali, ed entrambi i benchmark cedono parte dei guadagni di inizio seduta che avevano visto il Brent salire di oltre 1 dollaro.
Intorno alle 11,30, i futures sul Brent sono in rialzo di 66 centesimi o dello 0,9% a 74,35 dollari al barile. I futures sul West Texas Intermediate (Wti) guadagnano 51 centesimi o lo 0,75% a 68,12 dollari al barile.
Credit Suisse ha fatto sapere che prenderà in prestito fino a 54 miliardi di dollari dalla banca centrale svizzera per rafforzare la propria liquidità e la fiducia degli investitori, dopo un crollo del titolo che ha aggravato i timori su una crisi finanziaria globale.
A sostenere i prezzi, anche un outlook dell'Opec più roseo sulla domanda di petrolio in Cina, come ha detto Lim Tai An, analista di Phillip Nova Pte.
L'Opec ha alzato le previsioni sulla domanda cinese per il 2023 a inizio settimana e un rapporto mensile dell'Agenzia Internazionale dell'Energia (Aie) di ieri ha segnalato attese di una crescita della domanda di petrolio grazie alla ripresa dei viaggi aerei e alla riapertura economica della Cina dopo l'abbandono della politica 'zero-Covid'.
Ma permangono le preoccupazioni riguardo a un eccesso di offerta.
Secondo il rapporto dell'Aie, le scorte commerciali di petrolio nei Paesi più sviluppati dell'Ocse hanno raggiunto massimi di 18 mesi, mentre la produzione petrolifera russa è rimasta vicina ai livelli prebellici a febbraio nonostante le sanzioni sulle esportazioni via mare.
(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing Sabina Suzzi)