LONDRA (Reuters) - I benchmark petroliferi si avviano verso il settimo calo settimanale consecutivo a causa delle preoccupazioni per l'eccesso di offerta globale e la debolezza della domanda cinese, anche se i prezzi recuperano terreno dopo che l'Arabia Saudita e la Russia hanno chiesto ad altri membri dell'Opec+ di unirsi ai tagli di produzione.
** Verso le 10,36 i futures del Brent salgono di 1,86 dlr, o 2,5%, a 75,90 dlr al barile alle 0913 GMT, mentre i futures del West Texas Intermediate statunitense crescono di 1,72 dlr, o 2,48%, a 71,1 dlr al barile. In precedenza il Brent era salito di 2 dollari.
** Entrambi i benchmark sono scesi ai minimi dalla fine di giugno nella seduta precedente, segno che molti operatori ritengono che il mercato sia in eccesso di offerta. Il Brent e il Wti sono anche in contango, una struttura di mercato in cui i prezzi del primo mese vengono scambiati a sconto rispetto ai prezzi più lontani.
** L'Arabia Saudita e la Russia, i due maggiori esportatori di petrolio al mondo, giovedì hanno chiesto a tutti i membri dell'Opec+ di aderire a un accordo sui tagli alla produzione per il bene dell'economia globale, a pochi giorni da una riunione difficile tra i paesi produttori.
** L'Opec e i suoi alleati, noti come OPEC+, hanno concordato un taglio combinato della produzione di 2,2 milioni di barili al giorno (bpd) per il primo trimestre del prossimo anno.
** Ad alimentare la flessione del mercato, i dati doganali cinesi hanno mostrato che le importazioni di greggio nel mese di novembre sono diminuite del 9% rispetto all'anno precedente, in quanto gli elevati livelli di scorte, i deboli indicatori economici e il rallentamento degli ordini da parte delle raffinerie indipendenti hanno indebolito la domanda.
** I futures del Brent e del Wti sono in procinto di scendere rispettivamente del 3,9% e del 4% per la settimana, le perdite maggiori da quattro settimane a questa parte.
(Tradotto da Alberto Chiumento, editing Stefano Bernabei)