Investing.com - Il prezzo del greggio resta pressoché invariato vicino ai recenti massimi negli scambi di questo lunedì mattina, con i mercati che valutano l’aumento dell’attività di trivellazione USA rispetto agli sforzi compiuti dai principali produttori per tagliare la produzione e ridurre l’eccesso delle scorte globali.
I future del greggio West Texas Intermediate (WTI) salgono di 8 centesimi a 64,38 dollari al barile alle 3:35 ET (08:35GMT). Giovedì il prezzo è schizzato al massimo dal dicembre 2014 di 64,77 dollari.
Non sono previsti scambi sul Nymex quest’oggi per via della festa di Martin Luther King negli Stati Uniti. Le transazioni elettroniche saranno registrate domani.
Intanto, i future del greggio Brent, il riferimento per il prezzo del greggio al di fuori degli Stati Uniti, si attestano a 69,79 dollari al barile, giù di 8 centesimi rispetto all’ultima chiusura. Il contratto ha superato i 70 dollari giovedì scorso per la prima volta dal dicembre 2014.
Il prezzo del greggio ha registrato un aumento per la quarta settimana consecutiva la scorsa settimana, nell’ottimismo che i tagli alla produzione organizzati dall’OPEC continuino a ridurre le scorte in esubero sul mercato.
I future sono rimbalzati di quasi il 13% da inizio dicembre, grazie agli sforzi per tagliare la produzione organizzati dall’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio e dalla Russia. I produttori a dicembre hanno deciso di estendere i tagli alla produzione petrolifera fino alla fine del 2018.
L’accordo per tagliare la produzione di 1,8 milioni di barili al giorno è stato siglato lo scorso inverno dall’OPEC, dalla Russia e da altri nove produttori. Il patto sarebbe dovuto scadere nel marzo 2018 ed era già stato prorogato.
Tuttavia, analisti e trader avvertono che la recente impennata potrebbe incoraggiare i produttori di petrolio da scisto USA ad aumentare la produzione, nel tentativo di trarre vantaggio dai prezzi più alti.
Il numero degli impianti di trivellazione attivi negli Stati Uniti è salito di 10 unità a 752 nella settimana terminata il 5 gennaio, secondo i dati di Baker Hughes, la divisione servizi energetici di General Electric (NYSE:GE), il primo aumento in cinque settimane.
Questa settimana, i trader attendono i dati settimanali statunitensi sulle scorte di greggio e prodotti raffinati di mercoledì e giovedì per valutare l’impatto delle ultime tempeste sulle scorte e la domanda.
I report vengono pubblicati con un giorno di ritardo per via della festa di Martin Luther King, celebrata oggi negli Stati Uniti.
I trader del greggio seguiranno da vicino i report mensili dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio e dell’Agenzia Internazionale per l’Energia per valutare i livelli globali delle scorte e della domanda.
Dai dati emergerà se il mercato del greggio si sta riequilibrando.
Intanto, i future della benzina sono stabili a 1,847 dollari al gallone, mentre il combustibile da riscaldamento è invariato a 2,084 dollari al gallone.
I future del gas naturale crollano di 4,6 centesimi, o dell’1,5%, a 3,154 dollari per milione di BTU. La scorsa settimana il prezzo ha subito un’impennata del 15% sulla scia dei dati che hanno rivelato il calo maggiore delle scorte USA mai registrato.