Investing.com - Il prezzo del greggio continua a scendere questo lunedì, i persistenti timori per lo stato di salute dell’economia mondiale fanno presagire che l’eccesso di scorte globali possa durare più a lungo del previsto.
Sull’ICE Futures Exchange di Londra, il greggio Brent con consegna a dicembre crolla di 59 centesimi, o dell’1,2% a 48,97 dollari al barile negli scambi della mattinata europea.
Una serie di report economici deludenti ha scatenato i timori per lo stato di salute del settore manifatturiero cinese.
L’indice finale dei direttori acquisti di Caixin per il settore manifatturiero per il mese di ottobre è salito a 48,3 dal minimo di sei anni e mezzo di 47,2 registrato a settembre.
Nonostante il lieve rialzo, l’attività ha segnato una contrazione per l’ottavo mese consecutivo, facendo temere che l’economia stia perdendo lo slancio nonostante la serie di misure di stimolo introdotte negli ultimi mesi.
Intanto, l’indice ufficiale dei direttori acquisti per il settore manifatturiero cinese pubblicato ieri è rimasto stabile a 49,8 ad ottobre, il minimo dall’agosto del 2012. Gli analisti avevano previsto un aumento a 50,0 il mese scorso.
Una lettura inferiore a 50,0 indica una contrazione del settore industriale. I dati sul settore manifatturiero costituiscono un indicatore dell’aumento della richiesta di carburante.
La nazione asiatica è il secondo consumatore mondiale di greggio dopo gli USA ed è stata il motore del rafforzamento della domanda.
Intanto, sul New York Mercantile Exchange, il greggio con consegna a dicembre segna un crollo di 60 centesimi, o dell’1,3%, a 45,99 dollari al barile.
I futures del greggio scambiati sulla borsa di New York hanno subito un’impennata di 1,85 dollari, o del 4,46%, la scorsa settimana, tra i segnali che gli impianti di trivellazione USA stanno riducendo la produzione dopo il crollo dei prezzi durante l’estate.
Secondo l’agenzia di ricerche di settore Baker Hughes (NYSE:BHI), il numero degli impianti di trivellazione negli Stati Uniti è sceso di 16 unità la scorsa settimana a 578, il nono calo settimanale consecutivo ed il minore dal giugno del 2010.
Nelle nove settimane precedenti, gli impianti USA sono diminuiti di 97 unità. La riduzione del numero degli impianti di trivellazione USA è rialzista per il greggio in quanto fa presagire un calo della produzione in futuro.
Tuttavia, la produzione di greggio statunitense si aggira intorno a 9,0 milioni di barili al giorno, restando vicino al massimo dall’inizio degli anni Settanta. Intanto, il totale delle scorte di greggio USA resta vicino ad un livello che non si registrava da almeno 80 anni in questo periodo dell’anno.
La produzione globale di greggio risulta superiore alla domanda per via dell’aumento della produzione del petrolio di scisto negli Stati Uniti ed in seguito alla decisione dello scorso anno dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio di non tagliare la produzione.
Nonostante le previsioni di un calo in Nord America, la produzione resta alta negli altri paesi. L’Arabia Saudita e gli altri paesi del Golfo membri dell’OPEC hanno reso noto che sono intenzionati a tenere ancora alta la produzione per difendere il loro ruolo sul mercato.
Intanto, lo spread tra i contratti del greggio Brent e quelli WTI è di 2,98 dollari al barile, rispetto ai 2,97 dollari segnati alla chiusura di venerdì.