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Kazakistan, produzione campo petrolifero Tengiz colpita da proteste

Pubblicato 06.01.2022, 16:53
Aggiornato 06.01.2022, 17:54
© Reuters. Manifestanti si scontrano con le forze dell'ordine durante una protesta innescata dall'aumento del prezzo del carburante ad Aktobe, in Kazakistan, il 5 gennaio 2022, fermo immagine tratto da un video. Ministero dell'Interno del Kazakistan / Dispensa trami

LONDRA (Reuters) -La produzione di greggio nell'importante campo petrolifero di Tengiz in Kazakistan è stata ridotta dopo che alcuni contractor hanno ostruito le linee ferroviarie in una dimostrazione a sostegno delle proteste in corso nell'intero paese dell'Asia centrale.

Lo ha comunicato Chevron, operatore del campo petrolifero di Tengiz.

Le proteste nelle regioni occidentali del paese, innescate dall'aumento dei prezzi dei carburanti a Capodanno, si sono rapidamente trasformate in violenti scontri anti-governativi, spingendo la Russia a inviare paracadutisti per contenere le rivolte.

Il Kazakistan è un importante produttore di greggio - con una produzione di circa 1,6 milioni di barili al giorno negli ultimi mesi - che ha raramente visto difficoltà di produzione a causa di proteste o disastri naturali.

"Le operazioni di produzione Tco continuano, tuttavia, ci sono state temporanee modifiche alla produzione per ragioni di logistica", si legge in un comunicato di Chevron, il maggiore produttore petrolifero estero in Kazakistan con una partecipazione del 50% nella joint venture Tengizchevroil (Tco).

I manifestanti presso il campo petrolifero hanno creato disagi per le attività ferroviarie utilizzate per l'esportazione di greggio, secondo quanto riferito a Reuters da fonti.

Tco produce circa 700.000 barili al giorno. Tra gli altri importanti campi petroliferi in Kazakistan figurano quello onshore di Karachaganak e quello offshore di Kashagan.

Oltre a Chevron, i tre progetti chiave della nazione includono la maggior parte delle major estere tra cui Exxon Mobil (NYSE:XOM), Lukoil, Royal Dutch/Shell, Eni (MI:ENI), Total, Cnpc e Inpex.

Un portavoce Shell ha detto che la produzione a Karachaganak e a Kashagan prosegue.

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"Stiamo seguendo attentamente gli sviluppi in Kazakistan. Ci stiamo concentrando sul mantenere al sicuro i nostri dipendenti e le nostre attività, lavorando strettamente con i nostri partner nelle venture... stiamo monitorando costantemente la situazione", ha detto.

(Tradotto a Danzica da Enrico Sciacovelli, in Redazione a Milano Sabina Suzzi, enrico.sciacovelli@thomsonreuters.com, +48587696613)))

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