Di Ambar Warrick
Investing.com - I prezzi dell’oro oscillano intorno ai massimi di sei mesi questo mercoledì, interrompendo il recente rally, mentre gli operatori hanno riacquistato il dollaro in attesa di ulteriori indicazioni sulla politica monetaria dai verbali della riunione di dicembre della Federal Reserve.
Il metallo giallo ha segnato un inizio del nuovo anno positivo grazie alle preoccupazioni per l’incombente recessione e per il potenziale rallentamento dei rialzi dei tassi d’interesse negli Stati Uniti, che hanno portato a una maggiore domanda di beni rifugio oltre al dollaro.
Ma il biglietto verde ha recuperato parte del terreno perduto mercoledì, beneficiando dell’incertezza sull’imminente verbale della Fed. I mercati attenderanno di vedere se i membri della banca centrale sosterranno un ulteriore allentamento dei rialzi dei tassi di interesse durante il vertice di dicembre, dato che diversi indicatori dell’inflazione hanno mostrato che le pressioni sui prezzi negli Stati Uniti hanno probabilmente raggiunto il picco.
I mercati danno al 90% la possibilità di un aumento dei tassi di 25 punti base a febbraio.
L’oro sport è sceso dello 0,1% a 1.838,66 dollari l’oncia, mentre i future dell’oro sono scesi dello 0,1% a 1.844,65 dollari l’oncia alle 01:22 CET. Entrambi gli strumenti sono saliti di oltre l’1% nella loro prima sessione di trading completa dell’anno.
L’avvertimento del Fondo Monetario Internazionale su una potenziale recessione nel 2023 ha incoraggiato l’acquisto di oro, dato che la possibilità di una recessione statunitense riduce l’appeal del dollaro.
Questo allarme, unito alle crescenti preoccupazioni per il ritardo della ripresa economica in Cina, ha fatto sì che i prezzi del rame segnassero un inizio debole del nuovo anno.
I future del rame sono stabili a 3,7707 dollari la libbra questo mercoledì, dopo essere crollati di quasi il 2% nella sessione precedente.
Il metallo rosso è sensibile a qualsiasi cambiamento nelle prospettive economiche, dato il suo forte utilizzo nelle applicazioni industriali. Il rallentamento del settore manifatturiero in Cina, dovuto al COVID, ha fatto crollare i prezzi del rame di quasi il 12% nel 2022.
Sebbene il Paese abbia allentato diverse misure anti-COVID a dicembre, ora sta affrontando un picco senza precedenti nella diffusione del virus, che gli analisti temono possa ritardare una riapertura più ampia.
Tuttavia, la prospettiva di un rallentamento dei rialzi dei tassi d’interesse da parte della Federal Reserve dovrebbe favorire i mercati dei metalli nel breve termine, soprattutto se il dollaro dovesse perdere ulteriore terreno. Il biglietto verde ha subito un forte calo nel quarto trimestre del 2022 e i mercati dei metalli hanno recuperato parte del terreno perduto.