La Confederazione nazionale dell’artigianato è preoccupata per la fase 2 che esclude la gran parte delle aziende a dettaglio. Parrucchieri ed estetisti sono allo stremo: “Ci stanno condannando a morte” spiega Laura Cipollone, responsabile Benessere e Sanità
Tutti ricordano il video del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che rivolgendosi al suo portavoce, Giovanni Grasso, si lamentava di non poter avere i capelli in ordine per via della quarantena e per l’impossibilità di poter andare dal barbiere. Un divieto che adesso si allunga ancora: almeno fino al primo giugno, secondo quanto riferito durante la conferenza stampa del 26 aprile dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Per questo i parrucchieri si dichiarano “sconcertati e arrabbiati” e temono che se non riapriranno al più presto sia a “rischio la tenuta sociale perché la disperazione può trasformarsi in rivolta”.
SETTORE DA 135MILA IMPRESE E 260MILA ADDETTI
Sconcertati e arrabbiati. Parrucchieri, estetisti e, in genere, tutti gli artigiani specializzati nei servizi alla persona sono rimasti molto delusi dall’ultimo Dpcm del 26 aprile che li costringe a stare fermi altri 40 giorni. “Rimandare ulteriormente la loro apertura significa condannare a morte un settore che conta 135mila imprese con circa 260mila addetti” spiega a Financialounge.com la responsabile della CNA Benessere e Sanità, Laura Cipollone...
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge