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Petrolio in calo, si teme per la domanda

Pubblicato 12.09.2022, 02:46
© Reuters.
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Di Ambar Warrick 

Investing.com - I prezzi del petrolio sono in calo questo lunedì dopo una settimana volatile, mentre gli operatori valutano le preoccupazioni per il rallentamento della domanda e per i limiti di prezzo imposti dagli Stati Uniti alle esportazioni di greggio russo.

I future del Brent scambiati a Londra sono scesi dello 0,3% a 92,14 dollari al barile, mentre quelli statunitensi West Texas Intermediate sono scesi dello 0,9% a 86,05 al dollari barile alle 02:18 CEST. Entrambi i contratti si sono assestati su un livello leggermente inferiore dopo la volatilità della scorsa settimana, in quanto il taglio minimo della produzione da parte dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio e dei suoi alleati ha fatto poco per compensare i timori di un rallentamento della domanda in Cina.

I dati commerciali hanno mostrato che le importazioni cinesi di petrolio hanno subito un sostanziale rallentamento nel mese di agosto a causa delle ripercussioni economiche legate al COVID. 

Questa settimana, i mercati attendono maggiori dettagli sui massimali di prezzo previsti da Washington sulle esportazioni di petrolio russo, che dovrebbero essere imposti a dicembre. Mosca ha promesso di aumentare le esportazioni di greggio verso l’Asia in risposta alla mossa, una tendenza che potrebbe potenzialmente far scendere i prezzi del greggio l’anno prossimo.

I prezzi del petrolio sono crollati dai massimi raggiunti nei primi giorni del conflitto tra Russia e Ucraina quest’anno, poiché le preoccupazioni per il rallentamento dell’attività economica globale hanno ampiamente superato le interruzioni dell’offerta causate dal conflitto.

Ma questo trend potrebbe invertirsi in inverno, soprattutto quando l’Unione Europea ridurrà le importazioni di petrolio russo. Il Segretario al Tesoro statunitense Janet Yellen ha avvertito che gli americani potrebbero dover affrontare un aumento dei prezzi della benzina in inverno, e che i limiti di prezzo proposti per il petrolio russo sono destinati a compensare tale scenario. 

Gli Stati Uniti stanno attingendo costantemente alla loro Riserva Strategica di Petrolio (SPR) per stabilizzare i prezzi locali della benzina, che sono saliti a livelli record all’inizio dell’anno. Questo ha visto la SPR scendere ai minimi di 40 anni, e gli operatori prevedono ampi rialzi nei prezzi del petrolio se tali prelievi venissero interrotti. 

Anche la domanda di benzina negli Stati Uniti si è mantenuta costante. 

Questa settimana l’attenzione è rivolta anche ai prossimi dati sull’inflazione statunitense IPC, previsti per martedì. I dati saranno probabilmente determinanti per i piani di rialzo dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve, che saranno valutati sui mercati del greggio.

La forza del dollaro ha pesato sui prezzi del greggio quest’anno, dato che rende più costosa l’importazione di petrolio. I principali importatori, India e Indonesia in particolare, hanno risentito dell’apprezzamento del biglietto verde.

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