Di Mauro Speranza
Investing.com – Nuovo tracollo dei prezzi del petrolio dopo una mattinata passata intorno alla parità. Il greggio, infatti, cede oltre il 6% e scivola sotto i 22 dollari, livello più basso dal 2020, mentre il Brent perde il 7%, scambiato intorno ai 24 dollari al barile.
Il mese di marzo si avvia a registrare il calo mensile peggiore della storia, con un crollo del prezzo del greggio pari al 51%, visto che il 2 marzo quotava 46 dollari.
Le vendite sul petrolio affossano anche i titoli azionari petroliferi. Particolarmente colpita è Shell (LON:RDSa), con un -10% a Londra, appesantita anche dalla notizia relativa al Premier Boris Johnson, trovato positivo al coronavirus. Cedono oltre l'8% anche BP (LON:BP) e ConocoPhillips (NYSE:COP), mentre lasciano sul terreno il 6% Exxon (NYSE:XOM), Chevron (NYSE:CVX) e Eni (MI:ENI). Saipem (MI:SPMI), Technip (PA:FTI) e Repsol (MC:REP) scendono del 5%, mentre restano in profondo rosso anche Saras (MI:SRS) (-3%) e Tenaris (MI:TENR) (-1,50%).
Il calo ha riguardato entrambi i benchmark del petrolio, con una perdita di quasi due terzi del loro valore quest'anno a seguito del crollo dell'attività economica e della domanda di carburante a causa della massiccia riduzione degli investimenti da parte delle aziende petrolifere causato dalla crisi del coronavirus
"A differenza dei mercati finanziari, il mercato petrolifero sembra avere difficoltà a guardare oltre l'attuale crisi", spiega l'analista di Commerzbank Eugen Weinberg.
Il numero uno dell'Agenzia internazionale dell'energia, Fatih Birol, ha sottolineato che il fabbisogno petrolifero mondiale potrebbe diminuire del 20% considerando che 3 miliardi di persone sono in lockdown e ha invitato i maggiori produttori di petrolio come l'Arabia Saudita a contribuire a stabilizzare i mercati petroliferi.
L'Opec e il suo leader de facto, l'Arabia Saudita, non sono riusciti questo mese a raggiungere un accordo con altri Paesi produttori, tra cui la Russia, per limitare la produzione di petrolio a sostegno dei prezzi.
Secondo il viceministro dell'Energia russo, Pavel Sorokin, anche in caso di accordo Opec+ il prezzo del petrolio sarebbe sceso lo stesso per colpa del coronavirus. Secondo Sorkin, l’estensione dell’intesa sul taglio alla produzione avrebbe garantito un prezzo superiore al massimo di 5-7 dollari rispetto a quello attuale.
"A nostro avviso, il prezzo equo, che consente al mercato di funzionare normalmente, si attesta nell'intervallo di 45-55 dollari al barile", ha detto Sorokin. Secondo il viceministro, questo prezzo “consente alla domanda di crescere stabilmente e di raggiungere un equilibrio nel mercato".
Tuttavia, il numero uno del fondo sovrano russo Kirill Dmitriev ha dichiarato a Reuters che un nuovo accordo Opec+ per bilanciare i mercati petroliferi potrebbe essere possibile se altri paesi aderiranno.
Donald Trump attacca
Oggi il Congresso non ha approvato il piano della Casa Bianca di soccorrere i produttori di greggio Usa, sfruttando la fase di bassi pressi del petrolio per riempire al massimo le scorte nazionali.
"La nostra grande industria petrolifera è sotto assedio dopo aver avuto uno dei migliori anni della sua storia". Lo afferma il presidente Usa Donald Trump su Twitter. Il settore petrolifero Usa "tornerà migliore che mai appena la nostra economia ripartirà. E' vitale per la nostra sicurezza nazionale", ha aggiunto Trump.