Investing.com - Il prezzo del greggio apre la settimana in territorio positivo, in attesa degli sviluppi sulle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina.
Gli USA e la Cina sono i due maggiori consumatori mondiali di greggio.
I future del greggio West Texas Intermediate salgono di 24 centesimi, o dello 0,4%, a 62,30 dollari al barile alle 4:00AM ET (0800GMT). Il greggio USA ha perso circa il 4,4% la settimana scorsa, il maggiore calo dalla settimana terminata il 9 febbraio.
Intanto, i future del greggio Brent, il riferimento per il prezzo del greggio al di fuori degli Stati Uniti, sono in salita di 35 centesimi, o dello 0,5%, a 67,44 dollari al barile. Il Brent ha visto un calo settimanale del 4,5%, il maggiore calo dalla settimana terminata il 2 marzo.
I prezzi del greggio sono scesi venerdì, chiudendo con il maggior calo settimanale degli ultimi due mesi, per via dei timori che si possa scatenare una guerra commerciale tra le due principali economie mondiali.
Sul sentimento hanno pesato anche i dati di General Electric (NYSE:GE) Baker Hughes che hanno mostrato un aumento degli impianti di estrazioni attivi di 10 unità a 808.
Si è trattato del massimo dal marzo 2015, un dato che alimenta i timori sull’aumento della produzione USA.
Le scorte di greggio statunitensi sono salite al massimo di 10,46 milioni di barili la settimana scorsa, secondo i dati della Energy Information Agency (EIA), superando i livelli dell’Arabia Saudita e avvicinandosi a quelli della Russia, il maggiore produttore mondiale.
Sul prezzo del greggio pesano l’aumento della produzione di scisto USA e l’accordo dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio e la Russia per tagliare la produzione e mettere fine all’esubero delle scorte globali.
L’OPEC sta tagliando la produzione di greggio di 1,8 milioni di barili al giorno per spingere i prezzi della materia prima. L’accordo è iniziato nel gennaio 2017 e dovrebbe scadere alla fine del 2018.
Questa settimana, l’attenzione degli operatori sarà concentrata sui dati sulle scorte USA di martedì e mercoledì alla ricerca di nuove indicazioni sull’andamento della domanda e della produzione nel principale consumatore mondiale.
I riflettori saranno puntati inoltre sui report mensili dell’Agenzia Internazionale per l’Energia e dell’OPEC che forniranno indicazioni sui livelli globali della domanda e dell’offerta.
Attese anche eventuali dichiarazioni dai produttori globali, alla ricerca di indicazioni sul futuro dell’accordo sui tagli alla produzione.
Intanto, i future della benzina salgono dello 0,4%, a 1,956 dollari al gallone, mentre il combustibile da riscaldamento è in salita dello 0,3% a 1,964 dollari al gallone.
I future del gas naturale vanno giù dello 0,8% a 2,680 dollari per milione di BTU.