Di Mauro Speranza
Investing.com – Continua a correre l’oro dopo l’allarme lanciato da Apple (NASDAQ:AAPL) sulle conseguenze del coronavirus sulle sue previsioni per il trimestre.
La materia prima gialla guadagna oggi l’1% e arriva così a 1.636 dollari l’oncia, ai massimi degli ultimi sette anni.
A dare il via alla nuova ‘corsa all’oro’ era stata Apple (NASDAQ:AAPL) nella giornata di martedì dopo aver lanciato l’allarme sulle conseguenze del coronavirus. Il gigante della mela, infatti, martedì annunciava che difficilmente avrebbe raggiunto i target stimati sul fronte ricavi.
A quel punto, gli investitori abbandonavano l’azionario e si dirigevano verso i beni rifugio, facendo partire una fase ribassista sui mercati, tutt’ora in corso in Europa e negli Stati Uniti.
Da un range compreso tra i 1.530 e i 1.590 dollari, l’oro spiccava il volo e dopo aver sfondato quota 1.600, accompagnava anche il rally degli altri asset difensivi come il dollaro e i buoni del Tesoro USA.
I commenti degli analisti
Gli esperti di Ubs ritengono che proprio "il taglio delle attese sui ricavi annunciato da Apple nei giorni scorsi a causa del coronavirus ha provocato un aumento della volatilità e nuovi flussi verso rifugi sicuri, come l'oro. È interessante notare che, nonostante le azioni statunitensi abbiano toccato nuovi massimi, le banche centrali e gli investitori statunitensi sono le forze principali che sostengono i flussi verso gli Etf in oro quest'anno. Pensiamo che la diversificazione sia il motore di questi flussi”.
“Quando c’è paura gli investitori di tutto il mondo si rifugiano nell’oro”, commentava David Campomaggiore, esperto di materie prime, “spostando enormi capitali sul metallo giallo, facendone lievitare il prezzo.
Il virus in Cina, infatti, resta al centro dell’attenzione e “proprio in questo momento con il Coronavirus il rischio pandemia è sempre più forte. Tutto il mondo ha paura delle conseguenze e l’economia cinese ha subito un vero e proprio colpo. Quattro intere città con milioni di abitanti sono blindate con fabbriche chiuse ed esportazioni bloccate. La Cina è uno dei motori dell’economia e quando si ferma, i contraccolpi sono visibili in tutta l’economia mondiale”, aggiungeva Campomaggiore.
"L'oro è guidato principalmente dalla forte domanda di investimenti" sicuri, aggiunge Daniel Briesemann di Commerzbank. "Il denaro è confluito in fondi negoziati in borsa garantiti da riserve in oro", aggiunge l'esperto.
"Con l'elevato livello delle valutazioni delle azioni statunitensi”, spiegano da Ubs, “aumentano i rischi di un incremento della volatilità, con conseguente possibilità di un ulteriore rally dei titoli di Stato e di un prezzo dell'oro più alto, che potrebbe arrivare verso i 1.650 dollari o anche oltre nelle prossime settimane".
Nonostante le incertezze, però, questi esperti restano ottimisti: “restiamo convinti che gli impatti negativi sulla Cina e sulla crescita globale del virus dovrebbero essere in gran parte limitati al primo trimestre in corso, come è stato il caso con la Sars, e poi il sentiment e l'attività economia dovrebbero rimbalzare. Quindi l'accelerazione della crescita dovrebbe far tornare a salire i rendimenti a lungo termine nella maggior parte dei Paesi, il che metterebbe sotto pressione l'oro”.