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Rallenta la corsa delle materie prime ma Goldman Sachs punta sull’oro

Pubblicato 07.01.2020, 09:54
Aggiornato 07.01.2020, 09:56
© Reuters.

Investing.com – Il proseguire delle preoccupazioni per una possibile escalation di violenze in Medioriente sta muovendo ancora i mercati nella giornata di oggi.

Grande attenzione sull’oro, protagonista di un rally che lo aveva portato fino a 1.586 dollari l’oncia, ai massimi dall’aprile 2013. Oggi il bene rifugio per eccellenza non vede grandi movimenti e resta intorno alla parità a 1.568 dollari.

Più debole, invece, il prezzo del petrolio greggio, in calo dello 0,33% a quota 63 dollari al barile, mentre il Brent viene scambiato sopra i 68 dollari (-0,40%).

Tra le altre materie prime si era assistito anche al rally del palladio che aveva raggiunto i 2.026 dollari l’oncia, così come l’argento che aveva guadagnato l’1,3%, entrambi oggi in leggero calo.

Il rally delle commodities era partito prima della crisi tra Iran e USA, quando già ai primi di gennaio l’oro aveva visto innescare la sua corsa dopo che i verbali dell’ultima riunione della Federal Reserve avevano evidenziato una economia statunitense robusta, allontanando le prospettive di un rialzo dei tassi di interesse per almeno i prossimi sei mesi.

Goldman Sachs punta sull’oro piuttosto che sul petrolio

Secondo l’istituto americano la materia prima gialla rappresenta una scommessa migliore rispetto al petrolio per diversi motivi.

Gli esperti di Goldman Sachs prevedono che l’aumento dei prezzi del greggio non durerà per molto, in quanto gli operatori stanno prezzando un calo pari a 800 mila barili al giorno per i prossimi tre mesi.

Secondo la banca americana diversi sono i possibili sviluppi, quali una riduzione delle risorse per via di attacchi, una distruzione della domanda a causa di un'impennata dei prezzi o di una crisi della crescita globale.

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Inoltre, l’oro potrebbe proseguire il rally a causa di futuri attacchi iraniani a pozzi petroliferi, nonostante la grande capacità di stoccaggio delle scorte dei paesi Opec.

Una possibile escalation del conflitto, prevedono da Goldman Sachs, potrebbe far raggiungere il prezzo obiettivo di 1.600 dollari l’oncia da parte dell’oro.

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Farebbe comodo un rialzo ma una escalation sarebbe orrendo
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