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Scatto del greggio tra l'ottimismo di Trump e nuovi acquisti dalla Cina

Pubblicato 02.04.2020, 11:08
Aggiornato 02.04.2020, 11:13
© Reuters.

Di Mauro Speranza

Investing.com – Sprint dei prezzi del petrolio tra l'ottimismo di Donald Trump e il possibile ritorno agli acquisti da parte della Cina.

Il greggio guadagna oltre l'8% e torna sopra i 22 dollari al barile, mentre il Brent sfiora i 27 dollari, anche questo con una crescita dell'8%.

Il presidente Donald Trump ha annunciato un incontro per venerdì con i principali dirigenti petroliferi di Russia e Arabia Saudita, aggiungendo di ritenere che metteranno fine alla loro guerra al ribasso sui prezzi in pochi giorni.

Trump punta a realizzare una strategia comune per contingentare la produzione di petrolio e far risalire i prezzi. “In tutto il mondo, l'industria petrolifera è stata devastata", ha detto Trump, spiegando che il crollo delle quotazioni petrolifere fa male alla Russia ed anche all'Arabia Saudita. "Penso che faranno un accordo", ha aggiunto fiducioso.

La Cina riprende gli acquisti ma la domanda resta ancora bassa

Secondo un rapporto di Bloomberg, la Cina sta per iniziare ad acquistare nuovamente petrolio per le riserve statali dopo il forte calo dei prezzi. Il rapporto spiega che da Pechino puntano a riempire rapidamente i serbatoi col fine di approfittare degli attuali prezzi bassi, aggiungendo che la Cina può utilizzare anche gli spazi commerciali per lo stoccaggio, oltre che alle riserve di proprietà dello Stato.

Nell'attesa di un ritorno agli acquisti dalla Cina, resta però la bassa domanda domanda di petrolio. “Secondo le nostre stime”, spiega Ben Jones, multi-asset class strategist di State Street Global Markets, “nel mondo vengono consumati 20 milioni di barili di petrolio in meno al giorno, senza alcun segno di miglioramento imminente della domanda”.

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“Circa il 50% del consumo globale di petrolio viene utilizzato per i trasporti in auto (benzina), il trasporto aereo (cherosene), i settori marittimo e ferroviari”, spiega l'esperto. “Guardando le immagini delle strade deserte di Londra, New York e altre grandi città del mondo, è ovvio che nel 2020 saranno percorsi molti meno chilometri. Il consumo di benzina negli Stati Uniti, che da solo ammonta mediamente a nove milioni di barili al giorno durante tutto l'anno, dovrebbe normalmente aumentare nei prossimi mesi con l'inizio della driving season (da aprile a settembre)”, aggiunge Jones.

Gli Stati Uniti, però, sono indietro di settimane nella lotta contro l'epidemia e “se da un lato il numero di impianti attualmente attivi per la produzione di petrolio di scisto degli Stati Uniti ha iniziato a diminuire, è improbabile che si verifichi una riduzione significativa nell'immediato futuro. Di conseguenza, lo scisto statunitense non venderà petrolio a prezzi spot, ma potrebbe venderlo alla US Strategic Petroleum Reserve (SPR) a un prezzo maggiorato. Con un'offerta che supera la domanda di 20-25 milioni di barili al giorno, quei negozi si riempiranno molto rapidamente, forse entro tre o quattro mesi se non ci saranno cambiamenti nella dinamica della domanda / offerta”, sottolinea l'esperto.

Proprio negli Stati Uniti starebbero arrivando pressioni per il taglio alla produzione. “Ieri ho saputo che alcuni produttori del Texas stanno iniziando a ricevere lettere da parte di spedizionieri (oleodotti) che chiedono tagli alla produzione di petrolio perché non sono più in deposito”, scrive Ryan Sitton, attuale commissario della Texas Railroad presso la Texas Railroad Commission, l'ente governativo statale texano che gestisce l'industria petrolifera.

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“Attualmente lo stoccaggio è redditizio, dato che il mercato dei future è entrato in territorio contango. Tuttavia”, conclude Jones, “il petrolio ha registrato il peggior trimestre di sempre, anche in termini di dollari, ed è ancora possibile che i prezzi del greggio corrano a una sola cifra.”

Sempre negli USA, infine, il crollo del greggio ha fatto la sua prima vittima. Whiting Petroleum (NYSE:WLL), importante società dello scisto statunitense, infatti, ha dichiarato fallimento proprio a causa dei prezzi bassi. Il titolo della società è crollato ieri a Wall Street, chiudendo con un -44%.

La situazione resta difficile anche per le altre imprese petrolifere statunitensi, al punto che Trump incontrerà i dirigenti del settore per discutere di una serie di misure finalizzare ad aiutare l'industria. Tra i presenti, Exxon Mobil (NYSE:XOM), Chevron, Occidental Petroleum mentre secondo il Wall Street Journal si potrebbe discutere anche di possibili sazi sull'import di greggio dall'Arabia Saudita.

Ultimi commenti

WLL non è fallita... Leggete i loro documenti nella sezione investitori
Di i tanti la Borsa italiana ha cancellato d'imperio i boost wti..troncando ogni probabilità di ripresa del minimo del valore...molte grazie per la loro efficienza...
si sono azzerati data l'estrema volatilità. perdevano il 99%....
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