Investing.com - Le scorte di greggio USA sono salite meno del previsto la scorsa settimana, secondo il report settimanale della Energy Information Administration di questo mercoledì.
I dati dell’EIA mostrano che le scorte sono aumentate di 3,22 milioni di barili nella settimana terminata il 26 ottobre.
Le previsioni erano di un aumento di 4,11 milioni di barili, dopo l’incremento di 6,35 milioni della settimana prima.
I future del Brent scambiati sulla borsa di Londra salgono dello 0,16% a 76,03 dollari al barile alle 10:36 ET (14:36 GMT) rispetto all’ultima chiusura, contro i 75,72 dollari segnati prima della pubblicazione dei dati.
Il prezzo del greggio USA scende dello 0,06% a 66,14 dollari al barile, rispetto ai 65,95 dollari precedenti.
Nel report si legge anche che le scorte di benzina sono scese di 3,16 milioni di barili, contro le aspettative di un calo di 2,14 milioni di barili, mentre le scorte di prodotti raffinati sono diminuite di 4,05 milioni di barili, rispetto alla riduzione stimata di 1,37 milioni.
Il greggio si avvia a segnare un crollo mensile del 10% ad ottobre, la performance peggiore dal 2016: sul prezzo hanno pesato i timori per le prospettive per la domanda globale tra le tensioni commerciali, nonché l’aumento delle forniture e delle scorte.
All’inizio del mese l’Arabia Saudita ha promesso di aumentare la produzione petrolifera per compensare il calo delle esportazioni iraniane previsto per via delle sanzioni USA (che entreranno in vigore il 4 novembre), mentre la Russia sabato ha affermato di non avere alcun motivo per ridurre i livelli di produzione.
Dopo mesi di preoccupazioni per la carenza di scorte dovuta alle sanzioni USA contro l’Iran, il mercato petrolifero comincia a temere per il possibile eccesso di produzione e per le scorte in aumento in molte parti del mondo.
Il mercato teme inoltre per il persistere dello scontro commerciale tra USA e Cina e per il suo potenziale impatto economico. Le speculazioni indicano un rallentamento dell’economia globale che peserà ulteriormente sulla domanda di greggio.
Il direttore esecutivo dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Fatih Birol ieri ha avvertito che ci sono due pressioni ribassiste sulla crescita della domanda petrolifera globale.
“Una è rappresentata dai prezzi alti del greggio che, in molti paesi, sono direttamente collegati ai prezzi al consumo. La seconda è il rallentamento dello slancio della crescita economica globale”, ha affermato Birol in base a quanto riportato da Reuters.