Di Alessandro Albano
Investing.com - La diffusione della variante Delta in tutta Europa sta sollevando molte preoccupazioni su possibili nuove ondate di contagi che potrebbero rallentare le riaperture e pesare sulle prospettive economiche dell'area euro.
La variante indiana si è diffusa anche in Paesi, come il Regno Unito, dove il tasso di piene vaccinazioni (circa il 48%) è molto più alto della media europea (23,2%), con la Gran Bretagna che la scorsa settimana ha toccato il picco di infezioni dallo scorso febbraio, quando l'isola era in pieno lockdown.
Secondo un nuovo studio di Goldman Sachs (NYSE:GS), effettuato attraverso "modelli epidemiologici standard" e che analizza congiuntamente "l'ambito di nuovi focolai in presenza di immunizzazione di massa in corso, misure di mitigazione ed effetti meteorologici", l'incertezza riguardo la variante resta "elevata".
Per gli analisti, esiste "il rischio di un aumento delle infezioni nell'area dell'euro nella tarda in estate e nei mesi invernali, data l'elevata trasmissibilità del ceppo delta", ma il rischio di forti pressioni sui ricoveri "resterà basso".
Le ospedalizzazioni, affermano dalla banca d'affari, sono in diminuzione "grazie ai livelli elevati e in costante aumento di immunità collettiva in tutta Europa", e supponendo che "gli sforzi politici resteranno concentrati principalmente sul contenimento dei ricoveri, riteniamo che la variante Delta rappresenti un rischio gestibile per le riaperture la ripresa europea".
In particolare, sebbene la variante indiana "sia responsabile di un forte aumento di nuovi casi nel Regno Unito", i ricoveri sono rimasti "insolitamente bassi rispetto alle precedenti ondate di infezioni". Questo, spiegano da Goldman, è dovuto al fatto che le nuove infezioni "colpiscono i gruppi di età più giovani, che hanno meno probabilità di ricovero".
Inoltre, recenti prove provenienti dal Regno Unito suggeriscono che i vaccini forniscono "una maggiore protezione sui ricoveri ospedalieri rispetto al rischio di infezione anche tra i gruppi di età più avanzata", con i costanti progressi nelle vaccinazioni in tutta Europa che "hanno garantito l'immunità a grandi fette della popolazione",
L'ordine di priorità, che in tutti i Paesi ha visto dare la prime vaccinazioni alla popolazione più vulnerabile, "ha anticipato significativamente i guadagni in termini di riduzione del rischio complessivo di ospedalizzazione" secondo lo studio.
Il rischio di ospedali pieni, concludono dalla casa d'investimento, "è notevolmente inferiore rispetto a qualsiasi altro punto osservato dal febbraio 2020".