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Greggio giù dal massimo di 28 mesi, aumentano le trivellazioni USA

Pubblicato 13.11.2017, 09:27
© Reuters.  Greggio giù dal massimo di 28 mesi, aumentano le trivellazioni USA
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Investing.com - Il prezzo del greggio apre la settimana in lieve ribasso questo lunedì, staccandosi dal massimo di oltre due anni tra i segnali che i produttori USA aumenteranno la produzione per trarre vantaggio dalla recente impennata.

Venerdì Baker Hughes ha infatti reso noto che il numero degli impianti di trivellazione attivi negli Stati Uniti è salito di nove unità a 738 la scorsa settimana. Si tratta dell’incremento maggiore da giugno e fa temere che i produttori di petrolio da scisto USA possano aumentare la produzione con il prezzo che resta vicino al massimo di 28 mesi.

Il dato settimanale è un barometro importante per il settore e fa da indicatore per la produzione di greggio e la domanda di servizi petroliferi.

Le perdite sono state limitate dalle aspettative che i paesi produttori di petrolio accettino di prorogare l’accordo sui tagli alla produzione in occasione del vertice in agenda a fine mese.

In base all’accordo originale, siglato quasi un anno fa dall’OPEC e da altri 10 produttori non-OPEC con a capo la Russia, è previsto un taglio della produzione di 1,8 milioni di barili al giorno per sei mesi. Il patto è stato prorogato nel maggio di quest’anno per un periodo di nove mesi fino al marzo del 2018 nel tentativo di ridimensionare le scorte di greggio globali in eccesso e supportare il prezzo.

Continuano le discussioni in vista del vertice del 30 novembre, a cui parteciperanno i ministri del petrolio dell’OPEC e anche dei paesi non-OPEC.

Il cartello rilascerà il report mensile sul mercato verso le 6:00 ET (11:00 GMT). Dai dati emergerà se il mercato del greggio si sta riequilibrando.

Intanto, i trader terranno d’occhio gli sviluppi in Medio Oriente nonché l’aumento delle tensioni tra Arabia Saudita ed Iran.
L’Arabia Saudita è tra i principali produttori mondiali di greggio ed è il membro più influente dell’OPEC.

I future del greggio Brent, il riferimento per il prezzo del greggio al di fuori degli Stati Uniti, scendono di 13 centesimi, o dello 0,2%, a 63,39 dollari al barile alle 3:25 ET (08:25 GMT). Lo scorso mercoledì il prezzo è schizzato a 64,65 dollari, un livello che non si registrava dal giugno del 2015.

Il riferimento globale ha chiuso la settimana con un’impennata di circa il 2,4%, il quinto aumento settimanale consecutivo.

I future del greggio West Texas Intermediate (WTI) scendono di 4 centesimi, o dello 0,1%, a 56,69 dollari al barile. Il prezzo ha toccato il massimo dal luglio 2015 di 57,92 dollari mercoledì scorso.

Il prezzo del WTI è salito per la quinta volta consecutiva la scorsa settimana, con un’impennata di circa il 2%.

L’impennata del greggio, iniziata i primi di ottobre, è stata scatenata soprattutto dai segnali che il mercato del greggio ha finalmente cominciato a tornare in equilibrio. Il Brent è più del 40% al di sopra dei minimi del giugno di quest’anno, mentre il WTI supera di un terzo i minimi del 2017.

Intanto, i future della benzina scendono di 1,2 centesimi, o dello 0,7%, a 1,820 dollari al gallone, mentre il combustibile da riscaldamento è in calo di 0,2 centesimi a 1,933 dollari al gallone.

I future del gas naturale crollano di 4,6 centesimi, o dell’1,5%, a 3,165 dollari per milione di BTU.

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